Maverick Vinales ha fatto fatica a trattenere l’emozione dopo la bellissima vittoria conquistata nel Gran Premio delle Americhe. Un successo che finirà nel libro dei record della MotoGP, perché lo spagnolo è diventato il primo nell’era delle moto a quattro tempi ad imporsi con tre marchi diversi. Ai trionfi con Suzuki e Yamaha ha dato seguito con quello odierno in sella all’Aprilia.
Una vittoria che concretizza il grande lavoro fatto insieme alla Casa di Noale nelle ultime settimane, con le due Sprint conquistate tra Portimao ed Austin, ma che soprattutto ripaga della sofferenza vissuta negli ultimi anni, quando la sua carriera sembrava essere arrivata ad un brusco stop dopo la rottura con la Yamaha e faticava ridecollare con l’Aprilia. Una cosa che Maverick ha sottolineato tra le lacrime in una prima intervista concessa agli spagnoli di DAZN.
“In Austria nel 2021 non sapevo se fermarmi e non correre più, e ora sono in cima, tutto questo mi insegna solo una cosa, che non bisogna mai arrendersi e bisogna sempre continuare a lottare. Questa è stata un’impresa storica e voglio ringraziare tutti coloro che mi hanno dato la forza, ci sono stati momenti in cui volevo gettare la spugna, ma ho avuto abbastanza sostegno per continuare a crederci e la forza di alzarmi ogni mattina”, ha aggiunto.
Una volta arrivato ai microfoni di Sky Sport MotoGP, è passato a commentare la sua grande gara, che lo ha costretto ad una rimonta clamorosa, visto che al primo giro si era ritrovato addirittura 11° dopo una brutta partenza ed un contatto con Pecco Bagnaia alla prima curva.
Maverick Vinales, Aprilia Racing Team
Foto di: Gold and Goose / Motorsport Images
Una delle chiavi della sua vittoria è stata anche la scelta della gomma media al posteriore, che gli ha permesso di venire fuori alla distanza, superando e staccando quelli che invece avevano la soft: “Ero convintissimo della media perché nel Warm-Up avevo fatto 2’02″3 senza spingere. Poi quando ho visto che gli altri andavano con la soft abbiamo avuto il dubbio di aver sbagliato, ma è andata bene”.
Nel finale però l’ha anche dovuta gestire, stando attento al ritorno di Pedro Acosta, che come lui aveva la media: “Quando ho fatto il giro veloce ho aperto un gap abbastanza grosso, ma poi ho provato a controllare perché stavo scaldando troppo la gomma. Pedro ne ha approfittato subito per avvicinarsi, ma dopo un giro di raffreddamente ho fatto un altro 2’02″5, quindi poi ho potuto gestire bene la gomma dietro, perché stava iniziando a scivolare e non volevo fare errori”.
Ora inevitabilmente c’è un po’ di rammarico per il guasto al cambio che lo ha privato di un podio a Portimao, perché con quei punti in più sarebbe vicinissimo alla vetta del Mondiale: “E’ stato un peccato Portimao, perché adesso sarei stato lì con Martin in classifica. Ma ora dobbiamo guardare solo a noi stessi, continuare così e fare sempre il 100%. Lo dico sempre alla squadra che possiamo fare questi risultati solo se tiriamo fuori il 100% dalla moto. Ma è bellissimo vedere come siamo tutti convinti e sono contentissimo del lavoro che ha fatto tutto il team”.
Tornando poi su aspetti più emotivi, ha sottolineato l’importanza del suo rapporto con il capo tecnico Manuel Cazeaux: “Per me è una figura chiave del nostro team, anche se lavoriamo tanto insieme con tutti i ragazzi. Lo sapete bene che con Manuel c’è un rapporto speciale, ci basta uno sguardo solo per capirci: quella connessione lì ce l’ho solo con mia moglie in tutto l’universo”.
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