Se Ducati si è confermata come pietra di paragone anche in questo inizio di Motomondiale 2023, Aprilia ha reso più solide le proprie fondamenta e le proprie prestazioni, risultando la prima inseguitrice della Casa di Borgo Panigale grazie al secondo posto ottenuto nella gara inaugurale di Portimao la scorsa settimana.
Un’Aprilia solida, veloce, innovativa e che sembra poter contare su un Vinales rigenerato dalla “cura Noale”, un team di una Casa piccola se paragonata ai colossi giapponesi, ma pregna di idee e di persone capaci che hanno portato la RS-GP dall’essere un brutto anatroccolo a diventare un caccia che ha in serbo diverse armi a sua disposizione.
“Sono curioso di vedere come andremo. Lo scorso anno siamo andati benissimo, ma era un momento diverso. Ora siamo preparati molto meglio e lo abbiamo confermato nella gara iniziale di Portimao. Il potenziale e la velocità sono stati ottimi. Naturalmente su questa pista le cose saranno diverse perché sono diverse le caratteristiche. Poi anche il meteo avrà un ruolo molto importante, perché qui è spesso incerto. Cercheremo di fare del nostro meglio nel corso delle sessioni e se ci riusciremo potremo anche lottare per la vittoria”.
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L’ex pilota di Yamaha e Suzuki ha spiegato cosa l’abbia portato a fare un salto di qualità così importante rispetto alle ultime stagioni, per la verità passate in sordina.
“Quello che è cambiato rispetto all’anno scorso è il gruppo. Stiamo lavorando benissimo, il set up della moto è molto più adeguato al mio stile di guida. Posso staccare più tardi, e in questo momento è estremamente importante per superare, ma anche per difendersi dagli altri piloti. La moto scorre meglio e per me è una cosa eccezionale. L’anno scorso non era così e se invece lo fosse stato mi avrebbe aiutato dandomi più opportunità di vincere. Questo deve essere l’anno in cui riusciamo a dare il massimo a tutte le gare”.
Un altro segreto che ha riportato Vinales a ritrovare fiducia in se stesso e a crescere assieme all’Aprilia è l’approdo a Noale di Manuel Cazeaux, suo capotecnico all’epoca della Suzuki.
“Credo che ci si capisca meglio ora. Manuel (Cazeaux, il capotecnico, ndr) mi conosce molto bene. Ho trascorso con lui 2 anni, quelli da esordiente, ed è subito riuscito a capirmi. Quando trovi persone che ti capiscono, tutti sembra magicamente andare nella giusta direzione. In realtà è perché c’è dietro un grosso lavoro. E’ facile lavorare con lui, sa come prepararmi le cose. A quel punto so che posso spingere al massimo e questo per un pilota è meraviglioso”.
“Stiamo cercando di migliorare la moto settimana dopo settimana. Anche Ducati però li ha e fa lo stesso. Sembra che abbiano proprio tutto sotto controllo, ma cercheremo di mettere loro pressione”, ha concluso lo spagnolo.