A Sepang è iniziata ufficialmente l’avventura di Joan Mir in Honda, ma solo nella giornata odierna abbiamo potuto scoprire i colori del maiorchino e della sua squadra. Il team Repsol Honda ha infatti tolto i veli alla RC213V proprio oggi con un evento tenutosi a Madrid. L’entusiasmo di cominciare una nuova stagione è molto, soprattutto perché il campione del mondo 2020 rappresenta la grande novità della squadra e ci saranno da risolvere diversi interrogativi.
Honda è chiamata a mettere fine alla crisi che la assale ormai dall’infortunio di Marc Marquez, risalente a luglio 2020, e la strada intrapresa è quella del grande lavoro in fabbrica e nel box per poter portare in pista una moto di nuovo competitiva. In questo darà di grande aiuto anche il nuovo arrivato, Joan Mir.
“La paura di fallire c’è sempre, ma non solo in questo team”, prosegue Mir. “Però ho fiducia delle mie capacità e del team, so che avremo una moto competitiva. Una volta che saremo al top, dipenderà da noi gestirla. Sono fiducioso del fatto che possiamo farcela. Non mi sono fermato a pensare a cosa non ha funzionato con Pol o Alex. Ogni pilota è diverso e questo non significa che sia migliore o peggiore. È chiaro che arrivare in una squadra con un compagno di squadra come Marc è più complicato, ma è una sfida importante per me. Arrivo in un buon momento della mia carriera e vestire questi colori è sempre stato un sogno per me”.
Photo by: Repsol Media
Mir ha già avuto modo di mettersi alla prova, prima con i test di Valencia di novembre e poi con i test ufficiali di Sepang che si sono svolti poche settimane fa: “A Sepang la sfida è stata importante. Oltre a doversi adattare a una moto diversa, ho dovuto anche dare delle linee guida per lo sviluppo. Il feedback che puoi dare non è reale al 100%, quindi ci siamo concentrati sul fare buoni tempi. Le indicazioni che ho dato io coincidono con quelle di Marc e questa è una cosa molto importante, perché se quello che si chiede è diverso da ciò che invece chiede il tuo compagno di squadra, si genera confusione”.
In Malesia, il maiorchino ha potuto lavorare con più tempo e calma all’adattamento alla nuova moto, scoprendone segreti e cercando di dare indicazioni per intraprendere la strada che li riporterà in vetta: “Per me, ciò su cui dobbiamo lavorare è l’accelerazione. Penso che possiamo migliorare molto, ed è uno dei nostri punti deboli. Con l’elettronica possiamo migliorare molto. Ho bisogno di tempo per capirla meglio ed essere più veloce. I test sono molto importanti, soprattutto perché ne abbiamo sempre meno tempo. A Portimao spero di poter continuare a evolvere come pilota e di continuare a capire questa moto. A Sepang abbiamo raggiunto un livello accettabile, ma in altri circuiti può cambiare”.
Manca ormai poco più di un mese all’inizio del campionato. I semafori si spegneranno per la prima volta a Portimao e sarà proprio lì che Mir inizierà davvero a mettersi alla prova con la nuova moto: “È una nuova tappa della mia carriera. È la seconda dal mio arrivo in MotoGP, è super decisiva. Se non dovesse funzionare, dovremo ripensarci, ma credo di essere in un buon momento per affrontare questa sfida e non vedo l’ora di farlo. Le aspettative sono alte. Si vuole sempre essere il più veloci possibile. Non so se sarò in grado di lottare per il podio fin dalle prime gare, ma farò del mio meglio. Non posso permettermi di non essere davanti, perché è il mio obiettivo e quello della squadra”.
Squadra che in qualche modo cambia faccia, con l’arrivo in Honda di Ken Kawauchi. Per Mir si tratta di una sorta di continuità, perché l’ingegnere giapponese, proprio come lui, viene da Suzuki: “Ognuno ha qualcosa di diverso da portare al tavolo, e ho già lavorato con Ken. Ha un modo di lavorare molto metodico e strutturato, e credo che possa apportare cose interessanti al tavolo. Ha portato al successo la Suzuki senza avere i mezzi della Honda”.
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