MotoGP, le cadute… degli dei: chi si rialzerà prima?
Vittima di un problema tecnico il più giovane dei fratelli Marquez e del rischio calcolato (ma non abbastanza, fa parte del mestiere) il romagnolo VR46, nessuno dei due merita di essere messo sulla graticola. Come invece l’altro Marquez, l’ex Cannibale, oppure il suo malcapitato (nel senso di mal comune, ma nessun gaudio) Joan Mir. Entrambi hanno assaggiato la ghiaia di Silverstone.
Impalpabile il campione del mondo 2020, completamente appannato l’otto volte iridato. Per rispetto, non si può infierire su Marc, alle prese comunque con una stagione nella quale ogni GP che passa pone un nuovo interrogativo, senza mai fornire risposte definitive a quelli percedenti. Forse è semplicemente il momento di voltare pagina, ma questo lo può sapere solo lui. Non ci spingiamo solo a dire che a Marc serve di sicuro cambiare aria.
Resta lo “strano caso” di Enea Bastianini: metà stagione o quasi volata via tra infortunio, riabilitazione e una ripresa per lui interrotta da cinque settimane di pausa proprio quando invece (a nostro modo di vedere) una bella sequenza di GP uno dietro l’altro avrebbe propiziato il perfezionamento del suo feeling con la Desmosedici GP23. Risultato: una stagione a singhiozzo e un contesto generale ulteriormente peggiorato (okay, complicato) dal veleggiare più o meno indisturbato del compagno di squadra verso la bis-missione iridata. Per fortuna di Enea, da qui alla fine di novembre ecco una “sventagliata” di undici Gran Premi in quindici settimane. Siamo pronti a scommettere sul ritorno di Bastianini nei quartieri alti delle classifiche e sul podio in tempi brevi e magari – perché no? – fino al gradino più alto. Magari in uno dei GP overseas del prossimo autunno.