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MotoGP | KTM fa pressione per vietare le innovazioni Ducati

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Brad Binder, Red Bull KTM Factory Racing Jack Miller, Ducati Team

Ducati è all’avanguardia nello sviluppo in MotoGP e le innovazioni della Casa di Borgo Panigale stanno diventando il punto di riferimento per gli altri marchi. Pinne, ali, spoiler, regolatori di altezza… sono elementi che sono apparsi per la prima volta su una Desmosedici GP e che, nel tempo, sono stati introdotti sul resto delle moto in griglia.

Una volta completato il processo, le differenze tra i costruttori tornano ad essere minime, poiché tutte le moto sono dotate di soluzioni simili.

In questo senso, sono in diversi che hanno chiesto di limitare lo sviluppo di alcune aree o, direttamente, di vietare alcuni elementi, come l’abbassatore. Tra gli argomenti principali ci sono i costi più elevati e l’influenza negativa sullo spettacolo.

In particolare, l’abbassatore è stato introdotto per gradi: all’inizio veniva utilizzato solo per abbassare il posteriore alla partenza, poi ha iniziato a essere usato all’uscita delle curve e infine è diventato un dispositivo mobile che può essere utilizzato in qualsiasi punto del circuito.

All’inizio di quest’anno è stata testata una soluzione simile anche sull’anteriore e, sebbene il sistema non si dimostrasse troppo utile, la FIM si è affrettata a vietare quest’ultima versione a partire dal 2023.

La Ducati ha riportato in voga anche le ali, arrivando ad applicarle nella forma di pinne anche al codone. Un’idea che poi nella parte conclusiva della stagione è stata copiata anche dai giapponesi di Honda, Suzuki a Yamaha.

I rivali della Ducati non hanno mai nascosto la loro preoccupazione per la corsa agli armamenti portata avanti a Borgo Panigale e da tempo cercano di far vietare dal regolamento l’uso di molte delle novità introdotte nelle ultime stagioni.

“In MotoGP quasi tutti i costruttori, tranne Ducati, hanno deciso di vietare gli aiuti aerodinamici e i vari dispositivi di regolazione dell’altezza”, ha dichiarato a Speedweek il direttore generale di KTM Stefan Pierer, “Né Yamaha, né Honda, né Aprilia né noi vogliamo questi sistemi”.

I quattro marchi coinvolti temono addirittura un’escalation da parte di Ducati. L’attuale ciclo regolamentare terminerà dopo la stagione 2026 e già quest’estate Gigi Dall’Igna aveva ventilato l’idea di lanciare un motore ibrido, che avrebbe ridotto la cilindrata mantenendo la stessa potenza.

Tuttavia, è improbabile che il boss di Ducati Corse riesca a portare avanti una proposta così radicale, e KTM si sta già preparando a bloccarla.

“Carmelo Ezpeleta, grande capo della Dorna, ci ha ricordato al GP d’Austria che questo tipo di modifiche al regolamento possono essere convalidate solo con l’accordo unanime dei costruttori coinvolti”, ha dichiarato a Speedweek anche Hubert Trunkenpolz, membro del consiglio di amministrazione di KTM e responsabile del marketing dell’azienda, “E non ci sarà mai l’unanimità sul tema dei motori ibridi, perché Aprilia, Yamaha, Honda e noi stessi siamo contrari”.

KTM sostiene addirittura un approccio opposto a quello di Ducati, con Pierer che sottolinea la necessità di “risparmiare”, cosa che si può già vedere nella forma del suo coinvolgimento. Il gruppo austriaco partecipa con ben tre marchi diversi (KTM, Husqvarna e GasGas) in tutte e tre le categorie, ma con la stessa moto.

“Non c’è uno sviluppo specifico del marchio per la Moto3 o la MotoGP”, ha detto Pierer, che non prevede un’uscita da “nessun campionato” in futuro. “Ci basiamo su una strategia di piattaforma, ben nota nel settore automobilistico. In MotoGP, avremmo bisogno di un budget aggiuntivo di 45 milioni all’anno se volessimo gestire uno sviluppo direttamente per GasGas”.

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