Brad Binder era un rookie molto atteso quando ha debuttato in MotoGP nel 2020 con il team KTM ufficiale, avendo vinto il titolo Moto3 nel 2026 e arrivando alla classe regina da vicecampione del mondo Moto2 nel 2019. Il sudafricano ha mostrato di avere il passo per il podio sin dalla prima gara, a Jerez nel luglio 2020, e ha poi conquistato la sua prima vittoria con KTM appena tre gare dopo, a Brno.
Tuttavia, Binder considera che le cose siano state più semplici per lui come rookie rispetto a come lo sono ora per i nuovi ragazzi che arrivano: “Mi ricordo di essere arrivato in MotoGP e aver faticato al primo test. Poi, alla prima gara ho pensato ‘sono super-veloce’. E ho finito per cadere molto. Ma ricordo di aver girato, di aver sempre avuto la sensazione di poter superare gli altri, di aver fatto cose divertenti. Poi ti rendi conto che in realtà stanno risparmiando le gomme o qualcosa del genere”.
Brad Binder, Red Bull KTM Factory Racing
Photo by: KTM Images
“Ti dirò, quando mi ha superato stava andando forte”, commenta Binder. “È davvero speciale. Quando lo si guarda guidare si capisce quanto sia bravo. Il modo in cui riesce a controllare la moto e a mantenere una grande velocità in curva e a riprenderla bene. È un vero fuoriclasse, quindi tanto di cappello. Si merita davvero il podio”.
Photo by: Rob Gray / Polarity Photo
Sebbene l’emergere di un esordiente di primo piano possa scalfire l’ego dei piloti affermati, Binder vede la collaborazione con Acosta come una buona opportunità per se stesso e per il progetto KTM: “Credo che una delle mie più grandi fortune come pilota sia quella di aver sempre avuto compagni di squadra che mi hanno spronato. Ho sempre avuto vicini di box forti, questo si può vedere come una benedizione o una maledizione. Ma per me è sempre stato un bene. Quindi, credo che insieme possiamo continuare a spingere e cercare di portare avanti questo progetto”.
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