- Posizione di guida da crossover!
- Motore, un altro pianeta
- Meglio su percorsi scorrevoli
- Elettronica che funziona
Moto Guzzi V100 Mandello, la prova di Stefano Cordara
Posizione di guida da crossover!
La sella è bassa, con una zona centrale snella come i fianchi di una modella; è anche liscia, a evitare qualsiasi contatto potenzialmente fastidioso. C’è tanto, tanto spazio per le gambe: i cilindri, infatti, sono lontani come non lo sono mai stati. La Moto Guzzi V100 Mandello ti accoglie in sella con una posizione di guida che è dichiaratamente crossover. Per capire dove collocare questa moto vi dico che se l’avesse fatta Yamaha, l’avrebbe chiamata Tracer.
Il motore porta una ventata di aria nuova in casa Guzzi. Silenzioso e reattivo, mantiene il carattere Moto Guzzi anche nella coppia di rovesciamento, che il contralbero riesce a mitigare ma non annullare. Si capisce che davvero l’Aquila è entrata in una nuova era. In Guzzi hanno lavorato bene anche sul fronte della qualità costruttiva, perché tutto quello che c’è sotto gli occhi è bello, fatto bene. Colpisce l’attenzione al dettaglio, come racconta ad esempio la piastra di sterzo serigrafata. Bel lavoro. Come detto, il pilota è seduto come su una crossover, con una posizione né troppo turistica né troppo sportiva, e con le ginocchia correttamente piegate.
Motore, un altro pianeta
Meglio su percorsi scorrevoli
La Moto Guzzi V100 Mandello nel complesso dà il meglio sui percorsi scorrevoli più che sullo stretto sincopato. Guidata in modo fluido e rotondo, la V100 diventa efficacissima, ben appoggiata su sospensioni che funzionano alla grande e che fanno sentire la differenza tra la taratura A1 (più sportiva ma comunque capace di copiare) e la A2 (più votata al comfort). A proposito di comfort va sottolineata, oltre alla posizione in sella, la protezione dall’aria, protezione che è anch’essa da crossover. Il cupolino se tenuto tutto basso lascia scoperto gran parte del busto, mentre arriva a proteggere le spalle quando è regolato sulla posizione più alta, che secondo me diventerà presto quella definitiva per la maggior parte dei motociclisti. Le alette adattative? Un bello show, ma un gioco di cui ci si può serenamente dimenticare dopo 10 minuti… La loro efficacia in posizione aperta è comunque degna di nota, soprattutto per quanto riguarda la protezione della parte bassa e intermedia del busto.
Elettronica che funziona
Lato elettronica: il Ride by Wire funziona molto bene, è preciso e diretto, senza ritardi. Le mappature Strada e Turismo sono un po’ sovrapposte, mentre la Sport, che pure vivacizza la risposta del gas e aumenta il freno motore, soffre di un po’ di on-off. A mio parere la Turismo diventerà la preferita, perché è molto equilibrata e fluida. Avrei preferito un quickshifter un po’ più rapido, perché il tempo di taglio non è rapidissimo. La frenata? Perfetta sia davanti sia dietro. Ottimo, infine, il livello delle vibrazioni, che sono sempre inconsistenti, anche a livello di pedane, nonostante quest’ultime siano fissate direttamente al motore tramite silentblock.
Doppia scelta
Due saranno le versioni di V100 Mandello, che si distinguono per l’allestimento. LaS che abbiamoin prova costa 17.999 euro eprevede di serie le sospensioni semiattive Öhlins, ilcambioelettronico, le manopole riscaldabili e la piattaforma multimediale Moto Guzzi MIA che permettedi collegare lo smartphone alla strumentazione via bluetooth.
Moto Guzzi V100 Mandello, l’Aquila si fa hi-tech