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Milano AutoClassica – Dallara ricorda Forghieri: Era il più bravo

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Milano AutoClassica – Dallara ricorda Forghieri: Era il più bravo

Il ricordo di un amico, di un grande progettista e direttore tecnico di una Ferrari capace di conquistare sotto la sua direzione ben sette titoli mondiali di Formula 1: Mauro Forghieri è scomparso a 87 anni poche settimane fa, ma i successi, le invenzioni e le sue grandi qualità continueranno a vivere nei libri di storia delle corse e nella memoria di chi, come Giampaolo Dallara, ha condiviso con lui l’ambizione di costruire le migliori auto da corsa di tutti i tempi. Ed è proprio l’italiano più vincente del motorsport che, a margine di una delle tante conferenze dell’edizione 2022 di Milano AutoClassica, ha condiviso i ricordi dell’amico ingegnere, svelando ai presenti che cosa rese unico Forghieri nell’approccio alla progettazione automobilistica. Era bravo in tutto, ecco perché dico che era il più bravo ha detto Dallara. Nessun altro ha progettato così tante vetture, dalla carrozzeria fino al telaio, passando per motore e cambio, con qualunque configurazione meccanica. Non ho mai visto, per esempio, un motore progettato da Colin Chapman (uno dei riferimenti assoluti proprio dell’ingegner Dallara, ndr). Forghieri faceva tutto e per tutti i tipi di vetture vincenti.

Ha lasciato il segno. Il palmarès di Forghieri in Formula 1 è noto a tutti, ma la quantità di vetture ideate dall’ingegnere modenese non si è fermata alle monoposto del Circus: C’erano le Formula 1, certo, ma anche i motori delle vetture delle gare di durata, ricorda Dallara. Le Formula 2, le vetture due litri per le gare in salita e le elaborazioni delle auto da corsa derivate della strada. Motorsport a 360 gradi, quindi, con soluzioni e trovate tecniche che non hanno solo aiutato piloti e scuderie a “vincere ‘una stagione’,’ ma che hanno rivoluzionato il modo di costruire le auto da corsa. A tal proposito, Dallara ha spiegato che molte delle soluzioni di Forghieri sono state copiate da tutti gli altri: Ricordo, per esempio, quando Mauro mi mostrò il suo primo cambio trasversale. Aveva il vantaggio di ridurre il momento di inerzia della vettura e di renderla più guidabile, tuttavia era più complicato. Ricordo che gli dissi che era una bella soluzione, ma che sarebbe costata di più, con il rischio che si rivelasse anche meno efficiente. Alle mie riflessioni rispose che gli parevano giuste, ma che aveva già fatto tutte le sue considerazioni e che questa nuova soluzione avrebbe pagato in termini di prestazioni. Allora non c’erano i sistemi di simulazione che abbiamo oggi, quindi ci si basava molto di più sull’esperienza, e Forghieri aveva valutato bene. Cinque anni dopo lo abbiamo copiato tutti e oggi non c’è una vettura che non utilizzi il suo schema.

Fino alla fine. Dai prototipi del Cavallino dei primi anni 60 fino alla progettazione del V10 delle BMW di Formula 1 dei primi Duemila, Forghieri ha lasciato il segno, continuando anche in età avanzata a dispensare consigli e idee ad amici e suoi cari. Ed è proprio con una nota più personale che l’ingegner Dallara ha concluso il suo intervento: Ho avuto la fortuna di confrontarmi con lui fino a cinque giorni prima che non si risvegliasse più ed era lucido. Come è giusto che fosse per una persona geniale come lui.

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