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C’è tanto scetticismo sulla conversione delle supercar alla motorizzazione elettrica. Ecco cosa ne pensa un big sul futuro Ferrari a spina.
Certo, almeno per adesso il mercato europeo è salvo. Grazie all’intervento mitigatore, preteso pure dall’Italia, sulla normativa che dal 2035 avrebbe posto al bando la vendita di nuovi veicoli ad alimentazione normale, è stato dato il via libera agli e-fuel che dovrebbero risolvere il problema delle emissioni anche mantenendo con i motori a combustione interna.
Eppure, malgrado questa porta lasciata socchiusa alcuni costruttori hanno deciso di passare direttamente all’unità elettrica, saltando piè pari anche la possibilità ibrida. In pratica se si deve ballare, tanto vale farlo. Ovviamente ognuno di essi avrà fatto le sue dovute considerazioni, valutando magari lo scarso attaccamento della clientela di riferimento alla tradizione. C’è chi invece, il solo sapere di dover ascoltare un bolide di quel pregio emettere un sibilo, anziché un grido, lo manda al manicomio. Sono in tanti a vederla in questo modo. Ma un personaggio nello specifico non ha fatto nulla per nascondere il proprio dissenso.
La macchina di riferimento è la Ferrari. Tante volte prima della sua prematura scomparsa, il presidente Sergio Marchionne aveva accantonato l’idea di una trasformazione subitanea in EV in gioielli che hanno fatto sognare anche per il loro suono. E ora chi è venuto ancora prima di lui, ribadisce il concetto.
Il futuro della Ferrari è elettrico? Il pensiero di Montezemolo
Intervenuto al Festival dell’Economia di Trento Luca Cordero di Montezemolo, erede putativo di Gianni Agnelli e fedelissimo di Enzo Ferrari, si è espresso sul sound che potrebbe avere la Rossa stradale tra una manciata di anni e più per augurio, che per vera convinzione, ha voluto scongiurare la triste novella. “Mi viene male solo a pensarci. Roba da orticaria“, non si è trattenuto. “Io il futuro del mercato automobilistico lo vedo al 100% verde per gli spostamenti in città. Ibrido per fuori. E poi tanti carburanti alternativi“, ha rimarcato la necessità di trovare un’altra strada per non “uccidere” la storia e stravolgere del tutto il settore.
Non è la prima volta che l’ex boss del Cavallino boccia le scelte commerciali di Maranello. Nei mesi scorsi aveva avuto da ridire sul primo SUV di produzione modenese e sul suo nome “Ferrari Purosangue”, criticando inoltre il peso eccessivo ricoperto dagli azionisti che, giustamente dal loro punto di vista, sono interessati al solo ritorno economico.