Mattia Binotto rimprovera Charles Leclerc dopo il GP di Silverstone
Apriti cielo. Il profilo è talmente accreditato ed ha così tante conoscenze nell’ambiente, che la scena, da verosimile, appariva vera. A quel punto, qualsiasi sia la verità, è diventata una “questione di stile”. La Ferrari non fa mai queste cose. Sono diventati famosi i comunicati voluti dall’Ingegner Ferrari in persona che annunciavano terremoti epocali con testi lunghi una sola riga. A Maranello si parla poco, sempre nei momenti giusti, a tempo debito. E questo sarebbe stato un frangente veramente inopportuno. Come potrebbe la Scuderia far uscire l’editto che il grande capo della Gestione Sportiva ha esaurito i suoi bonus solo quattro giorni prima della fine delle ostilità? Ma che stile sarebbe? Nei posti seri, e nulla può essere più serio della Ferrari, si vince e si perde tutti insieme. I conti si fanno a guerra finita, non alla vigilia dell’ultima battaglia.
Spenti i motori, nella calma invernale, si possono tirare le somme (anzi si devono) e chi non ha performato viene sostituito. È la legge dello sport, un imperativo per la disciplina più competitiva, dove si vive a 300 all’ora e sul filo dei millesimi di secondo. Così i vertici dell’azienda hanno dato l’input ed è partita la smentita. «Le voci che circolano sono prive di qualsiasi fondamento». Dai rumors viene la notizia vera. Non sarà tanto facile fra pochi giorni per Maranello far sapere che il nuovo condottiero per il 2023 sarà Frédéric Vasseur… Allora un po’ di fondamento c’era. Bocciato o rimandato che sia, Mattia Binotto non meritava sicuramente un’uscita di scena del genere. Senza onore delle armi. Serio. Ha tanto stile e pure parecchia classe. Non alza mai i toni e descrive con obbiettività quanto è accaduto. Sembra tenero, ma non lo è.
Chi le cose le conosce, sa bene che non si può giudicare qualcuno per un gran premio di F1. Binotto dovrà rendere conto di tutto quello che hanno fatto i suoi uomini nell’intera stagione o, meglio ancora, dal 2019 quando convinse il presidente Elkann che era lui il capo giusto per il rilancio. Certo, il bilancio non gli è favorevole. La cosa che più l’aiuta è la smentita della Ferrari. Forse almeno la candidatura di Vasseur è finita arrosto… Per il resto i risultati giocano contro di lui. Affidabilità, gestione delle strategie, ingordigia di pneumatici, tensione fra i piloti, le insufficienze potrebbero essere molte. Ma non manca molto tempo, se si deve cambiare coach, il momento giusto è fra pochi giorni.