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Maserati Levante in California: l'emergenza climatica

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Maserati Levante in California: l’emergenza climatica

LOS ANGELES – In una California mai così ricca e splendente, il rovescio della medaglia di crescita economica e gentrificazione imperante sono pesanti ripercussioni sociali e ambientali. Parlando di quest’ultimo aspetto, nelle tappe naturistiche del nostro viaggio on the road sulla Maserati Levante Trofeo, abbiamo constatato in prima persona come gli effetti delle criticità ambientali, stiano intaccando ecosistemi di primordiale bellezza quali Sequoia National Park, la Yosemite Valley ed il Pfeiffer Big Sur State Park.

La situazione è tuttavia ancora più allarmante nelle valli centrali adibite all’agricoltura, e recentemente alluvionate da piogge torrenziali. La zona compresa tra Shandon e Kettleman City rappresenta il volto turisticamente meno noto del Golden State ed è visibile dalla statale CA-41. Una volta lasciata la Highway-1 all’altezza di San Luis Obispo e subito dopo Paso Robles (località nota per la produzione vinicola) i vividi colori della costiera californiana si spengono; le alture lasciano spazio ad una pianura che occupa tutto l’orizzonte ed i cieli tersi ammirati a bordo oceano, diventano come velati. È polvere, inquinamento e smog. I campi e le monocolture scorrono ininterrotti ai margini di entrambe le carreggiate per decine di chilometri. L’agricoltura è intensiva come l’utilizzo delle macchine e di vetture elettriche, fatta eccezione per Tesla, se ne conta sì e no una al giorno.

L’aria si pulirà dalle particelle inquinanti solo verso sera, quando in prossimità del Monte Whitney e con il salire dell’elevazione, raggiungiamo l’ingresso del Sequoia Park con la Levante Trofeo V8. L’ingresso al parco però è sbarrato in quanto durante le nevicate record di gennaio, un tratto della General Highway già indebolito dall’erosione è franato. L’unico modo per vedere le sequoie giganti (anch’esse intaccate dai cambiamenti climatici, alcune non crescono più, altre sono per metà carbonizzate) è dunque dirigersi fino al Kings Canyon National Park dove c’è la sequoia più larga del mondo (servono 20 persone per abbracciare la base del tronco) ed alta 82 metri, conosciuta come il General Grant Tree.

Altra tappa molto attesa del percorso era il mitico Parco Nazionale di Yosemite; ex terra dei nativi americani e casa di El Capitan. L’imperioso monolite di granito verticale, reso celebre dal film “Free Solo”. Anche in questo caso, assistiamo a paesaggi indimenticabili nel bene e nel male. Nel primo tratto della strada di collegamento verso il parco, la State

Route 41 scorre in salita in mezzo a migliaia di ettari di terra bruciata. Spinti da 580 cavalli tra curve e tornanti, la sessione di guida è appagante ma il paesaggio piagato dagli incendi causati dalla siccità, evoca una pellicola post-apocalittica: “La California è in emergenza idrica da ormai otto anni a causa delle temperature più alte delle media – sospira Shon, la guida turistica di Discover Yosemite fornita dallo Chateaux du Sureau di Oakhurst – e dopo che la foresta ha bruciato, il terreno non riesce più a drenare l’acqua. Se piove o nevica abbondantemente com’è accaduto all’inizio di quest’anno, si verificano inevitabilmente frane, smottamenti, disastri”. Il cuore della Yosemite Valley per fortuna, è stato al momento risparmiato dai flagelli ambientali, ma non è detto che in futuro continuerà ad essere così.

Le avvisaglie sono plumbee; nelle prime settimane del 2023, su alcune aree della California, è caduta in una settimana la pioggia di un anno. La cittadina di Merced (agricoltura e pascoli) è stata una delle principali vittime dell’alluvione e nel medesimo periodo sono andati distrutti raccolti ed infrastrutture della Central Valley causando danni per diversi miliardi di dollari. Al tempo stesso, l’agricoltura piagata dalle inondazioni è tra i principali imputati nella carenza d’acqua e la prepotente ascesa del Pil, sta presentando un conto salato. Gli squilibri ambientali a cui sta assistendo la California sono infatti più estremi della media con notevoli perdite anche nel settore turistico. Oltre alla chiusura della Generals Highway, è inagibile anche lungo ed importante tratto della highway-1, che preclude di fatto l’accesso a Big Sur da sud. Il governatore della California, Gavin Newsom del Partito Democratico, ha già annunciato un piano da 48 miliardi di dollari per mitigare gli effetti di cambiamenti climatici, lasciando però intuire che le devastazioni ambientali causate dalle attività umane non solo continueranno, ma rischiano di diventare sempre peggiori. Tra le soluzioni potrebbe esserci un radicale cambio nello stile di vita ma di questo, nella California vettura centrica ed in pieno boom economico, nessuno vuole sentir parlare.

Contestualmente, attraversando la California da sud a nord e da est ad ovest, è stato impossibile non prendere atto di come il caro vita nella West Coast, stia spingendo i meno abbienti ai margini della società mentre sempre più persone della classe media (in netta contrazione), ci hanno raccontanto che stanno meditando di cambiare stato, a causa dei costi proibitivi. Costi che in località come LA, San Francisco, Silicon Valley e nella riviera americana nei pressi di Santa Barbara, risultano insostenibili anche per molti professionisti. Paolo Zelli, direttore F&B di Belmond El Encanto, vive negli Stati Uniti da un decennio con la sua famiglia e guarda con un filo di preoccupazione la brusca impennata immobiliare (e non solo) di Santa Barbara e Montecito: “Qui ci sono 300 giorni di sole ed un clima Mediterraneo; è una cittadina a

misura d’uomo in cui si vive benissimo ma da qualche anno a questa parte, una casetta semplice con due camere in periferia è arrivata a costare almeno un milione di dollari e se i prezzi continuano a salire, restare qui diventerà complicato per chiunque non sia ricco”.

Gli effetti della gentrification californiana (a San Francisco il costo medio di una casa è di circa 1.3 milioni di dollari e nella vicine Mountain View e Cupertino chi guadagna meno di 100.000 dollari l’anno è considerato indigente) sono esacerbati dall’assenza di welfare e nelle principali città del Golden State, le avenue sono sì piene di auto da collezione ma nelle rotonde e sui marciapiedi, dormono i senza tetto nell’indifferenza generale. Per chi ha voglia di vedere, è un pugno nello stomaco.

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