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Marquez, scatta l'allarme. Puig: "Senza una Honda vincente potrebbe dirci addio"

Marc Marquez

PORTIMAO – “Abbiamo serie difficoltà, questo non lo neghiamo, non abbiamo la moto che avremmo voluto. Ma stiamo lavorando intensamente, nel reparto corse di Hrc, nella squadra e nei circuiti, per migliorare la nostra situazione. Nessuno dubita che tra alcuni mesi avremo una moto vincente. Vi chiedo solo un po’ di rispetto: siamo Honda, la fabbrica più vincente e campione del mondo in tutte le categorie, e Marc Marquez, 8 volte campione iridato e punto di riferimento per tutto il mondo, per cui non scartateci così presto”. Alberto Puig, team manager Honda, alla vigilia della nuova stagione ha rilasciato una esemplare intervista a Emilio Perez de Rozas, giornalista del Periodico de Catalunya. Cercando di fare chiarezza sulle nubi che perseguitano il Cannibale dopo il terribile incidente di 3 anni fa sulla pista di Jerez: da allora, il catalano è finito in un tunnel e nessuno può dire quando rivedrà la luce.

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Puig: “Senza una moto vincente, potrebbe andarsene”

“Marc Marquez ha un contratto con Honda fino al 2024. Molta gente disinformata fa circolare la voce che lo possiamo perdere”, spiega Puig. “Marc è da sempre un pilota Honda e deve moltissimo all’azienda giapponese. Però siamo perfettamente coscienti che, se non gli diamo una moto vincente, possiamo perderlo. I risultati di questa stagione possono condizionare le decisioni che Marc prenderà ne futuro prossimo”. Nei test in Malesia e Portogallo, Honda e Marquez hanno provato mille soluzioni tecniche: ma i risultati, ancora una volta, non sono sembrati soddisfacenti. Sarà un altro campionato da dimenticare per il fuoriclasse di Cervera? “Marc conosce molto bene Honda, e sa che non smetteranno di proporgli la moto che desidera, che si merita. Non so quando questo accadrà, e se quel giorno saremo ancora in tempo per trattenerlo: il sogno dei giapponesi è che non se ne vada mai”.

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“In questa MotoGP il pilota conta di meno”

Il team manager cerca poi di dare una spiegazione dei tanti, recenti insuccessi. “E’ molto semplice: Ducati e le altre due fabbriche europee, Aprilia e Ktm, hanno fatto un lavoro migliore. Hanno saputo trovare i trucchi, i segreti, i pretesti per approfittare del regolamento e ottenere una moto migliore della nostra. Sono stati più reattivi, creativi, aggressivi: tanto di cappello. E non dimenticate che da 2 anni il nostro pilota di riferimento, il nostro campione, è stato infortunato e non ha potuto dare informazioni vitali ai nostri ingegneri: lui, che è quello che più di ogni altro conosce questa moto”. Puig fa poi una riflessione sul motomondiale di oggi, rispetto a quello degli anni Ottanta e Novata: “Prima, il fattore pilota era molto più decisivo che oggi. Credo che in griglia ci siano piloti che, pur non avendo le qualità per vincere un mondiale, con queste moto possono riuscirci”.

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Per fortuna, giura di vedere un Marc diverso rispetto alle ultime stagioni. “Il suo sorriso è sincero: la sua carta di identità.  Per lui essere felice è vitale, vuole tutti quelli che lo circondano siano felici. Lo vedo di nuovo forte, ambizioso, con voglia regalare di nuovo gioia a tutti. Fisicamente è perfetto: quello che gli fa male, è non avere una moto alla sua altezza. Ma siamo Honda: e gli daremo quella moto”.

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