Inquinamento automobilistico
Tutte le anticipazioni in materia, infatti, parlavano di limiti così stringenti da non rendere possibile l’impegno da parte delle case costruttrici in una fase in cui sono impegnate in una drastica transizione energetica. Non ci sarebbero stati i soldi: o l’auto elettrica o le Euro 7. E chiaramente la scelta sarebbe stata scontata. Anche perché la diffusione delle vetture a batteria è indispensabile per rendere competitivo il listino e far incrociare le curve dei costi dei veicoli termici ed a elettroni il più presto possibile.
Se il brusco ripensamento dell’Unione verrà confermato, invece, i motori a scoppio con la nuova direttiva non saranno molto diversi da quelli attuali, aggiornabili con cifre contenute per sopravvivere durante l’era della transizione. Un escamotage, tutto sommato, che in questo nuovo scenario ha il suo perché. Al salone di Parigi che ieri ha chiuso i battenti, l’anticipazione di quello che sarebbe accaduto. Il numero uno di Stellantis, dopo aver parlato fitto fitto con il presidente francese Macron (Eliseo conosce i dossier di Bruxelles…), ha sparato: «L’Euro 7? Buttiamola via». E così è stato.