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L'ultima idea di Sala per vessare i cittadini

l'ultima idea di sala per vessare i cittadini

L’ultima idea di Sala per vessare i cittadini

L’ultima idea del sindaco di Milano Giuseppe Sala per battere cassa è quella di dichiarare guerra a tutte le auto a suo dire inquinanti. C’è il rischio che tra non molto tutti, milanesi e non, si ritroveranno a dover pagare per poter accedere anche all’Area B, nella quale è già bloccata la circolazione alle auto a benzina euro 2 e a quelle a diesel euro 4 ed euro 5. Da una parte il primo cittadino strizza l’occhio ai suoi alleati Verdi, dall’altra mette le mani nei portafogli dei cittadini. E non c’è da fidarsi se in Comune assicurano che è soltanto un’idea. Come se non bastasse, potrebbe arrivare l’aumento anche del pedaggio per entrare in centro, nella ormai famosa Area C. Insomma, per la giunta radical chic milanese tutto è permesso (e sensato) pur di aumentare le entrate, anche rifarsi su quei cittadini meno agiati che non possono permettersi di comprare un’auto elettrica. Sulle barricate sono saliti subito gli esponenti dell’opposizione ma anche i tassisti.

Sardone: “Sala è ormai alla follia”

“La rivoluzione per le auto in città che vorrebbe proporre la giunta Sala ormai raggiunge vette di follia. L’idea, sempre più concreta, di aumentare il ticket di Area C e introdurre un pagamento per Area B sarebbe l’ennesima scelta anti auto che penalizzerebbe pendolari, lavoratori e famiglie”, ha commentato Silvia Sardone, eurodeputato e commissario cittadino della Lega. “A ciò si aggiunge la quasi certezza dell’incremento delle ore in cui viene pagato il ticket dei parcheggi sulle strisce blu e l’introduzione del pagamento della sosta per la seconda auto. In pratica il Comune sta aumentando qualsiasi cosa per fare cassa. Mi chiedo -ha continuato la leghista – dove siano le capacità manageriali del sindaco Sala: sono bravi tutti a gestire un Comune aumentando tutte le tariffe e le tasse. Ricordo che sono già stati aumentati il ticket Atm, le tariffe delle mense, le rette degli asili nido e sono in previsione rincari per i centri estivi, per le case vacanza, per i biglietti di musei e impianti sportivi”. La Sardone è certa che giunta di sinistra ormai pensi quotidianamente a come colpire tutti i cittadini, e ha giurato battaglia in Consiglio Comunale.

Sala vuole battere cassa

Chiara Valcepina, consigliere comunale e consigliere regionale per Fratelli d’Italia, si dice per nulla sorpresa di questa novità e, ricordando una nota canzone, afferma che, per quanto riguarda l’Area B, “era già tutto previsto fin da quando il provvedimento è stato varato e il sindaco Sala, con imbarazzo, rispondeva a chi alludeva al fatto che la misura sarebbe diventata poi a pagamento con un ‘per ora non è previsto’. Appunto, per ora”. Quindi si tratterebbe solo di attendere il giorno in cui il sindaco dem e la sua Giunta “decideranno di iniziare a tassare gli automobilisti che intendano varcare i confini di Milano, tanto è estesa questa zona a traffico limitato. Misura che, più che avere una vera e propria efficacia ambientale, come dimostra la giornata di ieri durante la quale i livelli di inquinamento a Milano hanno superato di gran lunga la soglia di accettabilità, con una media di Pm10 calcolata che ha raggiunto quota 47.75 µg/m³, è una valvola di sfogo per il bilancio comunale che fa acqua da tutte le parti. Ed è così che il Comune cerca di mettere pezze con multe e balzelli”.

Ecco chi verrà penalizzato

L’ipotesi di un ticket Area B fa sobbalzare non poco i pendolari che per lavorare devono entrare nel capoluogo milanese e che, in questo caso, verrebbero penalizzati molto. Proprio su questo aspetto punta l’attenzione Geronimo la Russa, presidente di Automobile Club Milano, che si è detto preoccupato “per le conseguenze della stretta che in futuro potrebbe diventare ancora più severa su Area B e Area C. L’ipotesi di un ticket su Area B e di un aumento delle tariffe di Area C penalizzerebbe infatti i pendolari che si recano a Milano per lavoro, la città e tutte le attività commerciali nell’area metropolitana”. La Russa spera che prima di prendere decisioni affrettate vengano condivisi i provvedimenti da adottare. Il presidente ha anche tenuto a sottolineare che l’introduzione dell’Area B, avvenuta nell’autunno del 2022, non ha prodotto gli effetti desiderati: “Secondo l’ultimo rapporto di Amat, l’Agenzia Mobilità Ambiente e Territorio del Comune di Milano, nei primi due mesi di quest’anno gli ingressi in Area B sono addirittura superiori al periodo prepandemico fino a toccare, in alcune giornate, il 23% in più, mentre calano i passeggeri che utilizzano la metropolitana. A fronte di questi dati qualche perplessità su Area B è dunque più che lecita”, ha concluso La Russa.

Vivere a Milano non è facile, parola di tassista

Abbiamo fatto un giro per la città chiedendo un commento ad alcuni tassisti sulle mosse allo studio della giunta Sala. “Ho già dovuto cambiare il mio taxi perché avevo un diesel euro 5 e al signor Sala non andava bene, adesso cosa vuole? Devo comprare un’auto elettrica? Me la paga lui? – tuona il signor Carlo- A questo punto preferisco trasferirmi in un’altra città dove posso tranquillamente lavorare senza dover sborsare più soldi di quelli che intasco”. A fargli eco arriva subito un suo collega, Giovanni: “Guardi, io faccio il tassista da 38 anni ed è sempre stato un lavoro che mi piace: conosco gente, giro per la città e vengo pagato per guidare. Ma da qualche anno sono stanco: prima il Covid, poi la mancanza di turisti… Non le nascondo che certi giorni vorrei smettere di lavorare”. Con un certo rammarico poi afferma: “È brutto arrivare alla mia età e non aver più voglia di combattere, ma qui sembra di scontrarsi con i mulini a vento. Il sindaco non si rende conto di quanto sia già difficile vivere in questa città, poco sicura e cara in tutto”.

Economia cittadina e famiglie in ginocchio

Per Cristina Russo, di UGL Taxi Milano, si tratterebbe di “una nuova tassa a carico dei lavoratori che grava ulteriormente sul bilancio delle famiglie, già messe a dura prove dai molti aumenti, senza avere in cambio un miglioramento dei servizi offerti dal comune, che anzi prevede un taglio delle corse ATM”. Anche Emilio Boccalini, vice presidente di Taxiblu 02.4040, è preoccupato dalle voci che circolano nelle ultime ore riguardanti l’introduzione futura di un’area a pagamento. Qualora queste voci dovessero essere confermate, per Boccalini ci troveremmo davanti all’inizio di un disastro sia per l’economia cittadina che per migliaia e migliaia di cittadini e lavoratori.

Il vice presidente ha ricordato come già nei mesi scorsi molti lavoratori sono stati estromessi dalla città solo perché non possedevano un veicolo in linea con la normativa dell’Area B. “Ora si vuole pure far cassa su quanti entrano, non solo in centro città, come avviene già per Area C che tra l’altro potrebbe pure aumentare, ma per chi anche solo varcasse con un mezzo non idoneo un qualunque confine con la città di Milano”. Anche Boccalini ha riportato l’attenzione sull’inquinamento: “Se l’obiettivo è salvaguardare l’ambiente, i dati più recenti ci dicono che Milano è tra le città più inquinate al mondo, queste misure ‘alla milanese’ probabilmente stanno fallendo miseramente. Se invece l’obiettivo è far cassa, probabilmente tra qualche anno rischiamo che la città, quella che lavora e che non potrà permettersi l’obolo quotidiano per varcare i confini, sarà purtroppo costretta a trasferirsi altrove”.

Cosa dovrebbe fare il Comune

Molto dubbioso anche Mattia Ferrarese, consigliere Municipio 3 e responsabile Dipartimento Mobilità e servizi pubblici locali di Milano per Fratelli d’Italia, secondo il quale questo provvedimento “sarebbe un massacro per le tasche degli automobilisti senza risvolti concreti per la qualità dell’aria milanese. Il Comune pensa di fare cassa sugli accessi dei pendolari e gli spostamenti dei residenti, senza implementare adeguatamente le aree dei parcheggi di interscambio periferici e valutando la controproducente riduzione delle corse dei mezzi del trasporto pubblico di linea”. Ferrarese ha quindi precisato che una soluzione simile porterebbe solo “una parziale diminuzione dei flussi e dei conseguenti consumi, con effetti drammatici sull’economia locale ma misere migliorie sulle emissione di polveri sottili e diossido di azoto”.

Prima di adottare tali provvedimenti, il Comune dovrebbe dare valide alternative per gli spostamenti. Per questo motivo, Ferrarese ha spiegato di ritenere “indispensabile valorizzare i dati raccolti sui flussi di traffico, analizzandoli senza la cieca ideologia che vige a sinistra, permettendo l’incontro tra una mobilità più sostenibile e le reali esigenze della differente richiesta per tutti gli attori in gioco: la politica non si può limitare a misure punitive per chi usufruisce di mezzi per lo spostamento e non ha altra scelta per raggiungere il proprio luogo di lavoro”.

A pagare saranno i clienti

“Le notizie provenienti da Palazzo Marino preccupano in generale tutto l’artigianato. Noi come tassisti abbiamo già dato nonostante avessimo chiesto una proroga dell’entrata Area B per recuperare i due anni di fermo per il Covid. La gran parte dei colleghi in qualche modo è riuscita anche grazie agli incentivi a comprare un veicolo elettrico o ibrido ma ci sono ancora tassisti che non riescono a sostenere questa spesa e sono stati costretti a lavorare solo di notte, quando area B non è attiva. Gli altri artigiani non potranno fare altro che scaricare il costo dei ticket d’ingresso in città sui clienti. Serve un ripensamento globale di tutto il sistema di accesso alla città”, ha spiegato Pietro Gagliardi di Unione Artigiani della provincia di Milano.

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