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Lo schianto nella Motor Valley della supercar cinese

Silk Faw, il brand nato da fondi statunitensi e cinesi, avrebbe dovuto arricchire ulteriormente la Motor Valley. Ora invece è a un passo dalla chiusura

lo schianto nella motor valley della supercar cinese

Motor Valley: il paradiso per gli amanti dei motori. Qui nascono alcune tra le auto (e moto) più belle, potenti, affascinanti e incredibili del Pianeta. I nomi li conosciamo: Dallara, Ferrari, Lamborghini, Maserati, Pagani, Ducati. A loro avrebbe dovuto aggiungersi anche un altro nome, uno strano, non legato al cognome del suo fondatore. Silk-Faw, nata dalla collaborazione tra la start-up modenese (di proprietà statunitense) Silk-Ev e il Gruppo cinese Faw.

Obiettivo dichiarato: investire oltre un miliardo di euro per la realizzazione di un polo ingegneristico e produttivo per dare vita a supercar ibride ed elettriche, allargandosi poi al mercato di berline e SUV di alta gamma e prestazioni da Motor Valley. Era il maggio del 2020 e i piani prevedevano la presentazione della prima supercar elettrica per il 2023.

La fine

Come ben sappiamo per quest’anno non è in programma alcuna presentazione di una supercar elettrica firmata Silk-Faw. Anzi, l’azienda pare avere ormai le ore contate e dalla Regione Emilia Romagna è arrivata quella che potrebbe scrivere la definitiva parola “fine” all’avventura. 

La Giunta Regionale ha infatti approvato un atto con il quale si revoca il contributo di 4,5 milioni di euro concessi nel 2022. Ma come si è arrivati a questo punto?

lo schianto nella motor valley della supercar cinese

In pompa magna

Come detto la nascita della Silk-Faw e la sua intenzione di investire e produrre nella Motor Valley risale al maggio del 2020. Annuncio dato online – eravamo appena usciti dal primo lockdown e il distanziamento era un mantra – dal Gruppo cinese Faw in presenza (virtuale) dell’allora sottosegretario agli Esteri con delega all’Asia Manlio Di Stefano e di Vincenzo Colla, assessore allo Sviluppo economico dell’Emilia Romagna.

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Silk-Faw Hypercar S9

Dietro l’operazione c’era Faw, acronimo di First Automotive Works, prima Casa automobilista cinese, nata nel 1953 grazie anche all’aiuto della Russia e attiva dal 1956. Un brand strettamente legato al Governo cinese e dal 1958 fornitrice ufficiale delle auto dei vertici del Partito Comunista, attualmente la Hongqi L5.

Non un’azienda qualunque quindi, che da anni collabora con Volkswagen, Toyota e General Motors attraverso varie joint venture.

Dall’altra parte la Silk EV, azienda fondata e guidata da Jonathan Krane, venture capitalist statunitense, impegnata in lavori ingegneria e design automobilistico e detentrice della maggioranza di azioni della joint-venture Silk-FAW.

Grandi nomi

Nemmeno il tempo di partire ed ecco arrivare i primi pezzi da 90 in Silk-Faw: Walter de Silva come responsabile dello stile, Roberto Fedeli (ex Ferrari, BMW ed FCA) come vice presidente, Amedeo Felisa (ex ad Ferrari) come Special Advisor e membro del Senior Advisory Board e Katia Bassi (ex Ferrari, Lamborghini e Aston Martin, scomparsa a novembre 2022) nella veste di  managing director.

Una dirigenza di altissimo livello e con grandi esperienze nel mondo auto, specialmente legato alla sportività, per dare solide basi alla Silk-Faw. Contemporaneamente ecco arrivare i piani aziendali: Reggio Emilia come casa per la fabbrica, più precisamente nell’area di Gavassa, per un totale di 320mila metri quadrati. Un miliardo di euro di investimenti per far nascere un centro di ricerca e sviluppo e il sito produttivo. Non precisamente la Motor Valley (i confini geografici sono quelli tra Modena e Bologna) ma comunque vicina al polo delle supercar italiane. 

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Walter de Silva e la Silk-Faw S9

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Katia Bassi e la Silk-Faw S9

Il primo modello

Mentre proseguono i lavori burocratici il 5 settembre 2021 debutta dal vivo in Italia la Silk-Faw Hypercar S9, hypercar ibrida disegnata da de Silva e mossa da un powertrain plug-in da 1.400 composto da un V8 4 litri biturbo da 918 CV e 3 motori elettrici: uno accoppiato al cambio e due sull’asse anteriore. 

Fibra di carbonio a profusione, 0-100 in 2″, peso di 1.450 kg sono alcune delle specifiche annunciate. Assieme all’anno di inizio produzione: 2023. Vengono poi annunciate la S7, crossover sportivo 100% elettrico e la sua variante con carrozzeria berlina. 

Intorno alla Silk-Faw c’è tanto entusiasmo misto a curiosità per capire quando effettivamente quel tanto decantato polo verrà inaugurato.

I primi cedimenti

Dopo i roboanti annunci inizia un periodo di silenzio, i lavori non iniziano e buona parte dei grandi nomi abbandonano il progetto: de Silva, Felisa e Fedeli dicono addio. Il terreno di Gavassa rimane vuoto mentre Silk-Faw raccoglie fondi, tra i quali 4,5 milioni di euro dalla Regione Emilia Romagna, da sbloccare però unicamente quando la Casa inizierà a investire.

In Regione qualcuno inizia a fare domande e interrogarsi sull’effettiva bontà del progetto, i pochi dipendenti della sede (indicata in Viale Bernardino Ramazzini, 39b a Reggio Emilia) iniziano a non percepire gli stipendi e l’avvio dei lavori continua a slittare. Il silenzio viene interrotto a luglio 2022 con un comunicato nel quale si legge

Silk Sports Car Company ha confermato che l’acquisto del terreno di Gavassa, sul quale l’azienda stabilirà anche la propria sede e centro di innovazione, verrà concluso il giorno 5 agosto e che durante la settimana del 5 settembre, congiuntamente a un’accelerazione delle attività di ricerca e sviluppo, si terrà una cerimonia di inizio lavori alla quale parteciperanno rappresentanti del top management di Faw e Silk EV. Le amministrazioni della Regione Emilia-Romagna e della città di Reggio Emilia manterranno un ruolo centrale in questa storica collaborazione tra Italia, Cina e Stati Uniti d’America al fine di garantire il raggiungimento degli obiettivi strategici di lungo termine

A far drizzare le antenne c’è il nome dell’azienda: Silk Sports Car Company. Che fine ha fatto Faw? I cinesi si sono ritirati dall’affare? Semplice rebranding?

La procura di Reggio Emilia inizia a indagare assieme alla Guardia di Finanza – parlando di ipotesi di reati fiscali – pochi giorni prima dell’inizio dei lavori e a settembre 2022 Katia Bassi rilascia un’intervista al Corriere della Sera confermando i piani, parlando di ritardi dovuti alla situazione internazionale.  

La fine

Katia Bassi scompare il 26 novembre 2022 e la Silk Sports Car Company emette una nota per ricordare la propria managing director. È l’ultima volta che l’azienda parla, da quel momento torna nel silenzio più totale. 

Si arriva poi a marzo 2023 e alle interrogazioni in consiglio regionale, per poi arrivare all’atto che mette la parola fine all’avventura di Silk-Faw nella Motor Valley e la revoca dei 4,5 milioni di euro concessi – ma, ripetiamo, mai versati – dalla Regione Emilia Romagna. 

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