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L'Italia va piano sulla transizione green: auto elettrica in frenata

L'analisi di Quintegia fotografa una Penisola a due velocità, sia tra Nord e Sud, che tra immatricolazioni (giù) e colonnine (su)

l'italia va piano sulla transizione green: auto elettrica in frenata

Se immaginassimo l’Italia dell’auto elettrica come uno studente che si presenta agli esami di maturità, dove la sufficienza è 60 su 100, allora il giudizio sarebbe una bocciatura. A dare i voti è il centro studi e ricerca Quintegia, che alla Penisola assegna un punteggio di 43,8/100 nel suo indice BEV Italy Progress Index del terzo trimestre del 2022, elaborato in base al percorso verso gli obiettivi per il 2030 del Pniec, il Piano nazionale energia-clima

Pesa soprattutto la frenata delle immatricolazioni. O meglio, per usare la stessa parola dello studio, il “crollo” delle immatricolazioni, visto che, tra luglio e settembre, il mercato delle vetture full electric si è contratto del 34,8%. C’è però una notizia positiva, perché crescono i punti di ricarica, che arrivano a 32.766 in base agli ultimi dati di Motus-E.

“Dalla fotografia del livello di elettrificazione del mercato automotive italiano e considerando l’arco temporale, purtroppo dopo una continua crescita avvenuta per tutto il 2021, il calo importante iniziato nel primo trimestre 2022 non si è fermato. Per il terzo trimestre, abbiamo aggiunto alla nostra analisi anche un approfondimento regionale, che si propone come strumento a supporto delle decisioni e dell’osservazione da parte delle amministrazioni locali e delle Istituzioni”, è la presentazione di Tommaso Bortolomiol, ceo di Quintegia.

Dati in chiaroscuro

Sviscerando i dati, il Centro ricorda che sono state 10.958 le auto elettriche pure vendute lo scorso trimestre (5.088 a settembre, 2.278 ad agosto e 3.605 a luglio), che portano il parco circolante italiano a quasi 158.000 BEV, seppur segnando un -29,3%, -29,69% e -40,1% rispetto agli stessi 3 mesi dell’anno scorso.

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Se si dà uno sguardo specifico al mese scorso, si scopre poi che il 54,8% delle immatricolazioni ha coinvolto i privati, mentre il 16,3% ha riguardato il noleggio a lungo termine. Poco meno del 5% per le aziende. L’istantanea ha comunque più ombre che luci.

“I tempi di consegna – commenta Quintegia –, sempre più spesso vicini all’anno dall’ordinazione, insieme all’incertezza della situazione geopolitica, deviano la scelta dell’auto verso alimentazioni tradizionali, disponibili più velocemente”.

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Di buono, come accennato, c’è però la crescita delle colonnine, che aumentano di oltre 2.000 stalli, il 41% dei quali con potenza superiore di 50 kW. Qualcosa si muove anche sulle autostrade, dove le infrastrutture sono aumentate del 32%, raggiungendo i 310 punti di ricarica. A livello geografico, il 57% delle stazioni si trova nel Nord, il 23% nel Centro e il 20% al Sud.

Vince il Trentino-Alto Adige

Passando proprio all’analisi territoriale, Quintegia confronta le Regioni guardando 3 parametri: parco circolante, immatricolazioni e colonnine, a loro volta valutate in base a diffusione e potenza. Così, paradiso dell’auto elettrica in Italia risulta il Trentino-Alto Adige, che prende il massimo in pagella: 100. Fanalino di coda è invece la Calabria (10,9). Un attestato di stima va anche alla Campania, cresciuta più di tutte, con un bel +12%.

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Pure la Valle d’Aosta è promossa con 100, considerando le vendite. Al Molise il punteggio più basso (5,9). Si chiude con la classifica per infrastrutture di ricarica, che premia l’Emilia-Romagna (77,5) e penalizza la Campania (48,6). Poche sorprese combinando i tre fattori: Trentino-Alto Adige ancora primo (93,6) e Calabria ancora ultima (20,4).

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