“L’Italia ha svegliato l’Europa”. Slitta il voto sullo stop alle auto a benzina e diesel
La notizia è stata accolta in maniera positiva da Alfredo Urso. Il ministro delle Imprese e del Made in Italy sul proprio profilo Twitter ha rivendicato la mossa del nostro Paese che, almeno per il momento, ha messo il bastone tra le ruote a quella che potrebbe essere una scelta deleteria per l’Italia e per la stessa Europa: “Con il nostro No abbiamo svegliato l’Europa. Speriamo che altri comprendano che è l’ora della ragione non certo della rassegnazione! Su tutti i dossier saremo in campo sino alla clausola di revisione del 2026. Cambiare si può”.
Slitta il voto sull’eurofollia
Non solo: a pesare sono stati anche i dubbi della Germania e le perplessità di Polonia e Bulgaria. Ecco perché il via libera all’accordo raggiunto da Consiglio e Parlamento Ue avrebbe seriamente rischiato di non riuscire a ottenere la maggioranza qualificata per l’adozione finale. In sostanza il testo è tornato in bilico. Il che potrebbe aver rappresentato un motivo che ha portato alla scelta di spostare a venerdì la decisione del Coreper.
Il pressing dell’Italia
Proprio nella giornata di ieri l’esecutivo ha fatto sapere che oggi l’Italia avrebbe adottato una posizione contraria alla proposta del bando alla produzione e vendita di auto e van con motori termici dal 2035. Per Gilberto Pichetto Fratin – ministro dell’Ambiente e della Sicurezza energetica – l’utilizzo di carburanti rinnovabili, compatibili con i motori termici, “contribuirà ad una riduzione delle emissioni senza richiedere inattuabili sacrifici economici ai cittadini”.
Per Alberto Gusmeroli la transizione energetica e tecnologica deve essere un processo “graduale senza date capestro” e deve porsi la finalità di tutelare “la sostenibilità sociale degli obiettivi fissati dall’Ue allo stesso modo della loro sostenibilità ambientale”. Il responsabile Unità Fisco del dipartimento Economia della Lega ritiene che una progettualità su tempi medio-lunghi “garantisce anche quella stabilità nella legislazione di cui le imprese hanno bisogno per essere competitive e riconvertirsi verso nuove produzioni, insieme a una forte opera di semplificazione”.