Limitatore di velocità, occhio a questa data: da quando scatta e chi è già in regola
Per quanto ancora sussistano dei problemi di precisione, l’apparecchio elettronico è stato creato per consentire alla vettura sulla quale viene installato di viaggiare a una velocità conforme ai limiti presenti sul tratto stradale che si sta percorrendo a bordo del mezzo a quattro ruote. Un sistema, quindi, che si distacca dal controllo automatico della velocità, il quale mantiene un andamento costante durante il viaggio senza bisogno di toccare l’acceleratore, fino al momento in cui non si dà un colpo di freno disattivando di fatto automaticamente il dispositivo.
In questo caso, grazie anche a una tecnologia che combina i dati Gps con quelli rilevabili attraverso le videocamere di bordo per determinare la velocità massima consentita in un dato tratto stradale, il sistema si adatta ai limiti e adatta ad essi la potenza del motore e l’andatura del veicolo. Nel caso in cui l’automobilista oltrepassi il limite, il dispositivo mette in funzione una serie di allarmi di tipo sonoro e visivo, provvedendo al contempo a ridurre la velocità del mezzo.
Chi venga sorpreso a circolare su un’auto sprovvista di sistema Isa o abbia in dotazione un dispositivo non conforme alle norme UE o non funzionante dovrà pagare una multa che può andare da 967 a 3.867 euro: la sanzione può raddoppiare nel caso in cui sia documentabile una manomissione del sistema.
Sono numerose le case automobilistiche a essersi mosse per tempo e ad aver integrato da tempo i limitatori di velocità sulle proprie vetture, come ad esempio Citroen, Ford, Honda, Jaguar, Peugeot, Renault e Volvo. Il gruppo Renault ha introdotto un limite di velocità massima a 180 km/h per mezzi Citroen e Renault con l’obiettivo di incrementare ulteriormente la sicurezza. Per il momento il limitatore è d’obbligo per i mezzi a quattro ruote quali auto, furgoni, caravan, camion e autobus, mentre non è previsto nulla del genere per i ciclomotori.