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L'Europa ha un arma segreta per diventare leader nelle batterie

La sfida globale delle materie prime può essere vinta grazie al riciclo, ma bisogna lavorare: il dibattito all'Automotive Business Summit

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Se la Cina ha una posizione dominante nel campo della produzione delle batterie, l’Europa può cambiare il proprio destino e affermarsi come leader sfruttando le proprie competenze in prodotti più moderni. Nella conferenza digitale Automotive Business Summit organizzata dal Sole 24 Ore, un panel ha voluto proprio fare il punto sulla situazione attuale e sui possibili sviluppi futuri degli accumulatori Made in Ue.

A fotografare quello che sta succedendo una serie di esperti che ha parlato di tecnologia, di sostegno da parte delle istituzioni e di economia circolare. Ma andiamo con ordine.

Il riscatto dell’Europa

“Per contrastare lo strapotere cinese sulla produzione delle batterie – ha ricordato Silvia Bodoardo, professoressa del Politecnico di Torino – abbiamo dato vita alla European Battery Alliance, un’associazione che si pone l’obiettivo di aggredire un mercato che vale 250 miliardi di dollari all’anno. Nasce, più precisamente, per favorire lo sviluppo di un’industria delle batterie che realizzi prodotti di nuova generazione, più sicuri, più duraturi e più sostenibili”.

All’Europa, in un certo senso, spetta il compito di puntare su prodotti più complicati da realizzare, ma che ci permetteranno di fare un enorme passo in avanti nella mobilità elettrica. Il Vecchio Continente dovrà concentrarsi su nuove formule chimiche e su architetture che favoriscano il recupero dei materiali preziosi.

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Una miniera di cobalto

Batterie come miniere

“Partiamo da una precisazione – ha detto ancora Bodoardo – nelle batterie non ci sono le terre rare propriamente dette. Quelle sono presenti nei magneti dei motori elettrici. Nelle batterie ci sono materie critiche, quelle poco disponibili o dal rilevante impatto ambientale. Sono ancora presenti, ma il loro uso sta diminuendo grazie a nuove tecnologie che ci permettono di superare certi ostacoli. Ad esempio il cobalto è presente al di sotto del 3% in peso ma andrà a sparire”.

L’Europa dovrà anche ottimizzare i processi di riciclo. Perché oggi gli accumulatori esausti (anche dopo la second life) sono ancora pochi, ma in futuro rappresenteranno una risorsa indispensabile. Bodoardo su questo aspetto ha le idee chiarissime: “Le batterie di oggi saranno la miniera per le batterie di domani. Guardiamo il piombo. Il piombo presente nelle batterie odierne è vecchio di 100 anni”. Così accadrà per nichel, cobalto, litio e tutti gli altri materiali utili. E così, addio anche ai timori sulla Cina e le sue materie prime.

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Volkswagen: il progetto pilota per il riciclo delle batterie

Dal riciclo allo stato solido

Alla tavola rotonda ha partecipato anche Sergio Iorio, amministratore delegato di Italmatch, società che opera nel campo della chimica. Iorio ha spiegato che in Italia si lavora alacremente sulla questione del riciclo e sono state messe a punto tecniche di riciclo selettivo che consentono di recuperare in purezza già materiali come il nichel e il cobalto. In futuro si riuscirà a fare altrettanto anche con il litio, che è molto affine ad altri elementi e necessita di metodi chimici ancora da mettere a punto.

In Italia si lavora anche sullo stato solido e si prova a dare un contributo nella definizione di una tecnologia che consentirà di compiere un grosso passo avanti sul tema degli accumulatori per auto elettriche.

Dalla teoria alla pratica

Il problema, come sottolinea Simone Vellucci, direttore generale del Ministero delle Imprese e del Made in Italy (ex Mise, per capirci), è che in Italia si fa tanta ricerca ma si resta slegati da ambiti produttivi.

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I sistemi di accumulo di energia realizzati con le batterie degli autobus elettrici Mercedes eCitaro

“L’Italia ha ricevuto finanziamenti consistenti a livello di ricerca – ha spiegato Vannucci – ma dobbiamo lavorare sul fronte industriale. In nostro aiuto possono arrivare il PNRR e il Fondo dell’Automotive, che sostiene il rinnovo del parco circolante e i progetti legati proprio alla produzione. In totale si parla di oltre 8 miliardi di euro: gli strumenti ci sono, e funzionano, ma la strada è ancora lunga”.

Tra economia circolare e concorrenza

Giacomo Vigna, dirigente Economia Circolare e Politiche per lo Sviluppo Ecosostenibile del Mimit, ha concluso: “Nel mondo delle batterie del futuro l’economia circolare ha un ruolo importantissimo. Per questo si dovranno progettare batterie facili d riciclare. Saranno regole che andranno rispettate da tutti”

In quest’ottica, si dovrà anche lavorare in modo da avere regole di concorrenza leale con i produttori internazionali, altrimenti i nostri produttori saranno in difficoltà. Serve quindi un sistema di controlli doganali che sia efficace. Vigna ha detto: “C’è un confronto proficuo che porterà al cosiddetto decreto batterie europeo: una misura in via di definizione che vuole introdurre una serie di garanzie sui prodotti che potranno essere usati in Europa. Un contenuto minimo di materiali di riciclo, tanto per fare un esempio. Dovrebbe entrare in vigore nel 2023”.

Fotogallery: Foto – Mercedes e il riciclo delle batterie

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