La Commissione Ue presenterà le nuove regole sulla CO2 di auto, furgoni e camion, in vigore almeno dal 2025. Ma le Case non sono d'accordo
Ci siamo. In viaggio da un anno e in ritardo per vari incidenti lungo il percorso, l’Euro 7 sta per bussare alla porta. Dopo aver varcato la soglia, darà un altro giro di vite alle emissioni dei motori a combustione interna; gli ultimi in commercio nel Vecchio Continente, prima dello stop alle vendite dal 2035.
Appuntamento al 2025 (forse)
Chiamato a sostituire l’Euro 6, in vigore dal 2014, il regolamento sull’Euro 7 doveva essere presentato dalla Commissione Ue a fine 2021, ma era stato rimandato prima al 5 aprile e poi al 22 luglio 2022. Adesso è finalmente pronto a fare la sua apparizione. Ricordiamo qual è la sua missione.
Come accennato, dovrebbe dare la stretta finale alle emissioni dei motori a combustione interna immatricolati in Europa. E non solo auto, ma anche furgoni e camion. Proprio l’accorpamento fra i tre tipi di veicoli sembra essere uno dei motivi che hanno portato ai vari rinvii.
Se approvata da Europarlamento e Consiglio Ue, la normativa traghetterà gli endotermici fino alla totale elettrificazione. Già, ma da quando? In un primo momento, sembrava certo che l’Euro 7 sarebbe entrato in vigore nel 2025. Adesso, però, i ritardi potrebbe far slittare la data di 1-2 anni, al 2026-27. Perché? Perché è difficile rivoluzionare la produzione con così poco preavviso. Le Case hanno bisogno di tempo per mettersi in regola.
C’è però da sottolineare un fatto importante: come anticipato qualche giorno fa dal sito Politico.eu – che cita un documento interno dell’Unione Europea – Bruxelles sembrerebbe indirizzata verso un ammorbidimento delle norme Euro 7, creando una sorta di Euro 6 “plus”, con valori molto meno stringenti. Staremo a vedere.
Euro 7, perché no
Sono perciò diversi gli oppositori al regolamento: dal ceo di Stellantis, Carlos Tavares, a Eric-Mark Huitema, ex direttore generale di Acea, associazione che riunisce le Case europee. Persino la politica conosce i suoi detrattori ai nuovi standard. È il caso di Roberto Cingolani, ex ministro della Transizione ecologica, ora consigliere per l’energia a Palazzo Chigi.
Difficile, ma non impossibile, che siano colpiti anche gli automobilisti. Alcuni costruttori potrebbero infatti decidere di anticipare l’addio ai veicoli endotermici e concentrarsi solo sull’elettrico, anche se, in quel momento, non tutti potranno permettersi una vettura a batteria.
Euro 7, perché sì
Ovviamente l’Euro 7 ha anche le sue ragioni. Ratio del regolamento è ridurre al minimo le emissioni di veicoli che non solo verranno venduti fino alla fine del 2034, ma che continueranno a circolare sulle nostre strade anche dopo, magari per molti anni.
Lo spettro del cambiamento climatico è sempre più minaccioso, mentre l’inquinamento atmosferico continua a costare decine di migliaia di morti premature ogni anno. Solo il tempo dirà se l’Euro 7 sarà stato una semplice voce in più ai capitoli di spesa delle Case auto o avrà aiutato davvero il Vecchio Continente a raggiungere i suoi target climatici. Ai posteri l’ardua sentenza.