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Le strade più pericolose d'Italia? Eccole

Tra le peggiori ci sono la Penetrazione urbana della A24 a Roma e la Statale 719 Prato-Pistoia in Provincia di Firenze

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Gli incidenti stradali sono aumentati. Nel 2021 ce ne sono stati 151.875 ovvero il 28,4% in più rispetto all’anno precedente (-11,8% però rispetto al 2019, quando prima della pandemia non esistevano lockdown). Gli incidenti stradali, le vittime e gli infortunati sono aumentati su tutti gli ambiti stradali, ma sono rimasti ancora sotto i livelli pre-pandemia.

Le variazioni più significative rispetto all’anno precedente si sono registrate sulle autostrade, dove le vittime sono salite del 26,2% (-20,6 nel confronto con il 2019), poi sulle strade extraurbane (+19,8% e -10,9% rispetto a 2020 e 2019) e su quelle urbane (+19,1% e -5,0%).

I dati emergono dallo studio “Localizzazione degli incidenti stradali 2021” realizzato dall’ACI, che ha analizzato 31.407 incidenti (1.002 mortali) avvenuti su circa 53.000 chilometri di strade nel corso del 2021. Dall’analisi è risultato che l’indice di mortalità medio è stato pari a 3,4 morti per 100 incidenti e che il Covid ha continuato ad incidere sui numeri.

Le strade più pericolose

Nel 2021 le autostrade urbane si sono confermate quelle con la maggiore densità di incidenti, a causa del traffico e della pluralità di mezzi coinvolti. In particolare le strade sulle quali si sono verificati più incidentisono state le seguenti (i dati vanno letti considerando che sulla rete autostradale la media nazionale è stata di 1,03 incidenti/km):

  1. Penetrazione urbana della A24 a Roma (10 incidenti/km)
  2. Tangenziale Nord di Milano nel tratto Monza e della Brianza (8,8 incidenti/km)
  3. Diramazione Capodichino A1 in Provincia di Napoli (8,1 incidenti/km)

Tra le strade extraurbane, dove la media nazionale è stata di 0,5 incidenti/km, si segnalano:

  1. Statale 719 Prato-Pistoia in Provincia di Firenze (8 incidenti/km)
  2. Statale 36 del Lago di Como e dello Spluga nel tratto in provincia di Milano (6,9 incidenti/km)
  3. Statale 671 Asse Interurbano di Bergamo (6 incidenti/km)

I momenti più critici

Lo smart working, la didattica a distanza e i lockdown attuati durante l’anno (e diversificati sul territorio) hanno cambiato il profilo orario dell’incidentalità. In generale, rispetto alla situazione pre-pandemia da Covid, gli spostamenti si sono concentrati nelle prime ore della giornata, intorno alle 8 e anche tra le 12 e le 14, ma in maniera più diluita, mentre è rimasto il picco alle 18.

I mesi di giugno, luglio e agosto si sono confermati quelli con la maggiore incidentalità (ciascuno ha rappresentato il 10,5% circa del totale) con i week end a farla da padrone in termini di spostamenti e, quindi, di incidenti. Il giorno in cui si sono verificati più incidenti è stato il venerdì (15,2%), mentre le ore più critiche sono state quelle comprese tra le 18 e le 20. L’indice di mortalità, tuttavia, è risultato più elevato a gennaio (4,2 decessi ogni 100 incidenti) e a giugno (4,0).

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