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Le Mans 2024 – Italiani da endurance

le mans 2024 – italiani da endurance

Le Mans 2024 – Italiani da endurance

L’endurance non è solo una gara, è un’arte. L’arte della resistenza, della precisione e dell’innovazione, qualità che gli italiani conoscono bene. Il FIA World Endurance Championship (WEC) e la leggendaria 24 Ore di Le Mans non sono solo un palcoscenico per i piloti, ma anche per tecnici e dirigenti italiani che contribuiscono a rendere questo spettacolo unico. Tra i protagonisti iche, dietro le quinte, plasmano il successo delle squadre c’è Ferdinando Cannizzo, l’ingegnere Head of GT & Sports Race Cars di Ferrari. un volto noto nel paddock del WEC: “Lo scorso anno, alla vigilia del debutto alla 24 Ore, al mio team dissi che avevamo già vinto la gara centrando tutti gli obiettivi che ci eravamo imposti lungo il percorso di sviluppo”, ci racconta. “Abbiamo dato il massimo… Sul circuito de La Sarthe abbiamo conquistato la pole position, e in gara, da subito, le cose hanno preso una buona piega. L’importante era tenere la concentrazione: quest’anno sarà fondamentale lo stesso approccio psicologico del 2023. La 499P la conosciamo bene: affidabile e performante. Abbiamo apportato solo piccole modifiche.

Marco Gariboldi, classe 1983, è il project manager del programma Lamborghini SC63. In una 24 Ore gli imprevisti sono sempre dietro l’angolo”, dice l’ingegnere. ” la nostra prima 24 Ore con una hypercar. Anche se abbiamo fatto molti test, compresi quelli di durata, e la macchina ha risposto bene” Gariboldi è un uomo di esperienza, si è già seduto al muretto, in altre categorie della 24 Ore di Le Mans, di Spa e Daytona. Ci siamo preparati a risolvere qualsiasi anomalia immediatamente: dalla spia che si accende, alla sostituzione istantanea del retrotreno in caso d’ incidente”-

Per Luigi Dindo, ingegnere direttore tecnico della Michelotto Engineering e capoprogetto della Isotta Fraschini impegnata nel WEC, l’avventura di Le Mans sarà un po’ come Davide contro otto Golia. Otto costruttori con più esperienza e più budget di Isotta. “La vettura”, ci ha detto Dindo prima di Spa, “è nata da un foglio bianco, ogni singolo pezzo è nuovo, nulla era disponibile prima. La nostra forza sono l’affiatamento e le competenze tecniche”. I Golia hanno fatto almeno due anni in LMP2 prima di iniziare la sfida nelle Hypercar: “Le maggiori difficoltà, poi superate aggiunge Dindo – le avevamo incontrate nel soddisfare i requisiti di stabilità aerodinamica richiesti dai regolamenti LMH. Siamo coscienti che sarà quasi impossibile arrivare sul podio, ma siamo ottimisti nel portare la vettura al traguardo e in zona punti”-

Gli italiani da endurance non sono solo piloti, ma anche ingegneri, tecnici e dirigenti che con il loro lavoro e la loro passione contribuiscono allo spettacolo del WEC e di Le Mans. La passione e la dedizione di Cannizzo, Gariboldi e Dindo non sono solo testimonianze di successo personale, ma riflettono un impegno collettivo verso l’innovazione e l’eccellenza. In ogni vittoria, in ogni sfida superata, c’è un pezzo di Italia che rende l’endurance uno spettacolo senza eguali.

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