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L'auto elettrica conviene ancora o no? L'allarme costi di ricarica

Divampa la polemica dopo lo studio pubblicato da Facile.it, ma mancano dei numeri. Ecco la nostra chiave di lettura

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In questi giorni sta facendo discutere uno studio diramato dal comparatore Facile.it in cui si afferma che per ricaricare un’auto elettrica a casa oggi si spende il 161% in più rispetto a un anno fa. Un boom dei prezzi accompagnato dall’osservazione secondo cui, per effetto dell’aumento del costo dell’energia, per rifornire un’auto elettrica si spenderebbe di più rispetto a una vettura tradizionale.

La notizia è rimbalzata su tutte le piattaforme d’informazione con una comprensibile dose di allarmismo e ha scatenato allo stesso tempo reazioni critiche tra le community di possessori di auto elettriche e le associazioni che rappresentano le aziende di categoria.

Ma come stanno davvero le cose? Con il prezzo dell’energia alle stelle l’auto elettrica è diventata insostenibile dal punto di vista economico?

Vediamo di capirci qualcosa in più e soprattutto quali sono la variabili da considerare per fare i calcoli sulla convenienza.

Un presupposto sbagliato

Gli incrementi dei prezzi dell’energia sono sotto gli occhi di tutti e i costi di gestione di un’auto elettrica sono sicuramente aumentati rispetto al passato.

Il rapporto di Facile.it ha dunque evidenziato un problema reale, ma c’è un MA: l’analisi è stata condotta partendo da una casistica di ricarica dell’auto elettrica che difficilmente trova riscontro nella realtà.

Il costo della ricarica a casa

Per quanto riguarda la ricarica domestica è stato preso in considerazione un costo medio dell’energia pari a 0,535 €/kWh che non contempla abbonamenti specifici capaci di ottimizzare i prezzi della ricarica di un’auto elettrica attraverso una wallbox agganciando le tariffe alla rete di ricarica pubblica.

E’ chiaro che chi consuma molta più energia perché utilizza tutti i giorni un veicolo elettrico, nello scegliere il fornitore va alla ricerca di formule e offerte dedicate. E lo farà a maggior ragione in un periodo di rincari.

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La colonnina pubblica per risparmiare

L’altro limite dello studio è quello di non includere le opportunità di risparmio offerte dalla rete di ricarica pubblica che, attenzione, non va analizzata con i prezzi di listino “a consumo” (anch’essi aumentati), ma di nuovo con le formule ad abbonamento (con canone mensile) che abbassano il costo fino a 0,30 euro/kWh a prescindere dalla potenza di ricarica.

La convenienza della colonnina alle suddette condizioni è evidente rispetto al prezzo medio domestico rilevato da Facile.it, fermo restando che si perde la comodità di ricaricare la macchina sotto casa (per chi ha un posto auto con wallbox).

Invece, Facile.it, nella sua analisi, sostiene che una “situazione analoga, se non peggiore” riguarderebbe proprio la ricarica pubblica, dove tradizionalmente eravamo stati abituati a vedere prezzi superiori rispetto al “pieno” a casa.

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I calcoli di Motus-E

Fra le risposte più critiche all’indagine c’è quella di Motus-E, l’associazione che raccoglie gli stakeholder della mobilità elettrica secondo cui “il costo dell’elettricità su cui si basano i calcoli di Facile.it” fa riferimento esclusivamente “all’energia elettrica acquistata da un cliente domestico con un prezzo volatile” e “non tiene in considerazione né coloro che hanno una tariffa bloccata, né coloro che, grazie a un impianto fotovoltaico, azzerano o abbattono i costi dell’energia”. E questi “autoproduttori” ormai superano il milione.

Non manca, poi, un riferimento all’esclusione degli abbonamenti flat, che abbassano sensibilmente i costi di ricarica. Motus-E ha quindi rifatto i calcoli considerando l’opportunità di abbassare le tariffe con prezzi compresi tra 0,31 e 0,35 €/kWh.

  EV Segmento B (Motus-E)  EV Segmento B (Facile.it)  Segmento B a benzina (Facile.it)  Segmento B diesel (Facile.it)
Costo per percorrere 1.000 km 55 euro 85 euro 83 euro 71 euro

Un problema esiste

Fatte tutte queste considerazioni, siamo d’accordo con chi sostiene che il rapporto di Facile.it è incompleto e fuorviante nelle conclusioni, ma solleva indirettamente un problema vero e cioè che in Italia non esistono ancora provvedimenti per proteggere dai rincari dell’energia chi guida un’auto elettrica.

Motus-E ricorda che in virtù del DL taglia-accise (valido fino al 18 novembre) il prezzo alla pompa di benzina e diesel vede uno sconto temporaneo nell’ordine del 47%. Senza questo intervento, sia la benzina che il gasolio viaggerebbero abbondantemente oltre i 2 euro/litro. E l’elettricità? In questo caso il beneficio per i consumatori è limitato all’esonero dagli oneri di sistema, pari a circa 0,04 €/kWh, che pesa appena per il 6% sull’attuale prezzo dell’energia.

La disparità di trattamento c’è ed è un enorme non sense se è vero che dobbiamo agevolare la mobilità elettrica.

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