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L'apocalisse ecologica in arrivo?

amazon, l'apocalisse ecologica in arrivo?

L’apocalisse ecologica in arrivo?

Se c’è un tema che spopola nei film o nelle serie televisive è quello dell’ecologia. Ovviamente declinato quasi sempre nella maniera più allarmistica possibile e con uno scenario apocalittico. Niente di male sia chiaro, negli anni ’70 dove il mondo era tutto orientato verso i grattacieli o il trionfo del volo aereo, ogni disaster movie si muoveva in quella direzione. Basti pensare a film come L’inferno di cristallo o la serie di film Airport.

In questo caso però la disastro-mania green ha un taglio più ideologico e si ritrova in un bel po’ di serie disponibili in Italia in questo momento.

Ad esempio su Netflix potete trovare Ragnarock, un bizzarrissimo mix di saghe nordiche e guerra agli idrocarburi. La serie dano-norvegese è ambientata in una cittadina della Norvegia dove un’azienda, la Jutul Industries, sta facendo disastri ecologici. Alla fine il protagonista scoprirà di avere gli stessi poteri del dio Thor e che in realtà a capo degli inquinatori ci sono i discendenti dei giganti intenzionati se non scatenare il vero Ragnarock del mito nordico, almeno un disastro ecologico coi fiocchi. Alla fine, un tiepido teen-drama fantasy con spruzzatine di ciò che potrebbe piacere a Greta Thunberg (che forse taglierebbe solo le parti divertenti e d’azione).

Decisamente di altro livello, non fosse altro che per le radici letterarie, la serie che è passata su Paramount+: L’uomo che cadde sulla terra. Il riferimento diretto è al capolavoro omonimo di Walter Tevis e al film (con David Bowie) del 1976 che ne fu tratto. In questo caso siamo al sequel, in cui un nuovo alieno torna sulla terra, non solo per salvare il proprio pianeta dalla siccità ma anche per evitare che il nostro segua lo stesso destino. Più speranza rispetto all’originale – quella di Tevis era una fantascienza che nascondeva una riflessione sull’alcolismo e le dipendenze – e una riflessione ecologica più proiettata sul presente.

L’annoso tema dell’effetto serra finisce al centro della serie, appena arrivata su Apple Tv+, Extrapolations. Mostra come nel futuro prossimo il pianeta sarà sconvolto dall’innalzamento delle temperature globali. Otto episodi con un cast stellare in un crescendo di drammaticità climatica: nel 2037 alcuni potenti portano il pianeta alla rovina per profitto; nel 2046 una ricercatrice cerca l’unica balena non estinta; nel 2047 un rabbino e una teenager si interrogano sulla follia umana; nel 2059 una donna può salvare il mondo o distruggerlo; nel 2066 c’è chi sacrifica i propri ricordi per crearne altri artificiali; nel 2068 l’umanità deve decidere se sottrarsi alla mortalità digitalizzando la mente e nel 2070 un Ad è chiamato a render conto dei danni al pianeta. E se inserissimo nel conto le serie in cui la tematica del disastro ecologico è almeno accennata, il conto si allungherebbe a dismisura. C’è la post apocalittica Snowpiercer (Netflix) in più stagioni, c’è l’apocalittica digitale The Peripheral (Prime video), i robottini che ridono dell’apocalisse prodotta dagli umani in Love Death +Robots (Netflix)…

Ecco, allora vale la pena dare spazio all’unica serie che il tema ecologico lo declina in modo critico e non proprio mainstream: Last light: Il crollo su Amazon Prime Video. In questo caso il rischio di apocalisse è prodotto dal fatto che il petrolio ha smesso di funzionare. Insomma, una trama che quanto meno fa riflettere su quanto sarebbe difficile riconfigurare la nostra società senza gli idrocarburi. La trama ridotta all’osso e senza rovinare la visione ai lettori: Andy Yeats (Matthew Fox) è un ingegnere petrolchimico che vive nel Regno Unito con la moglie (Joanne Froggatt), la figlia adolescente (Alyth Ross), convinta ambientalista, e il figlio (Taylor Fay), un bambino affetto da una malattia degenerativa che porta alla cecità. Andy è improvvisamente costretto a partire: lo convocano con massima urgenza in un Paese medio-orientale, dove si sta verificando una crisi mai vista e apparentemente inspiegabile che riguarda il petrolio. Una volta giunto sul posto, però, Andy capisce che la situazione è molto più grave del previsto, mentre il mondo intero precipita nel caos a causa di un batterio che compromette il greggio…

La serie consente di riflettere su temi come: prezzo del petrolio, emissioni di carbonio, le auto elettriche (che alla fine sono anche un gigantesco business), i business che si nascondono dietro la foglia di fico dell’ecologia. Insomma fa vedere, anche se ovviamente si tratta di fiction fatta per intrattenere, che per evitare i disastri non basta sempre e soltanto accodarsi a una ideologia da «buoni».

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