Lancia – Verso il Design Day, riscoprendo Aurelia, Flaminia e Fulvia
La suggestione del “libro”. Le prime indiscrezioni dicono che nel 2026, dopo l’erede della piccola Ypisilon (previsto nel ’24), arriverà l’ammiraglia – che potrebbe davvero chiamarsi Aurelia -, una Suv elettrica da 4,7 metri basata sulla piattaforma Stla medium. Un nome importante per chi ama le auto italiane. Il mito dell’Aurelia nasce nel 1951 con la capostipite B10, una berlina dalle soluzioni di design innovative, tra cui le famose portiere che si aprono a libro (già presenti su Augusta e Aprilia). Che dire di quest’auto? Ancora oggi, non c’è car designer che non si dica affascinato per le sue linee pulite ed essenziali, che danno vita a una “bellezza naturale” che dura nel tempo. Tra i suoi stilemi più riconoscibili, il “calice”, nato dall’unione di una linea verticale e una orizzontale che, incontrandosi, racchiudono il logo del Marchio. Lo rivedremo? Possibile Impossibile, invece, non citare l’Aurelia coupé B20 Granturismo del 1951, progenitrice delle berlinette italiane degli anni Cinquanta, la vettura che inaugura le Gran Turismo 2+2. O la B24 Spider, creata da Pininfarina nel 54, un’autentica “scultura in movimento” che riscuoterà un grande successo nel mercato americano grazie alla purezza del suo design, caratterizzato – prendere nota – da portiere senza maniglie esterne. E poi ovviamente l’Aurelia B24 Convertibile del 56, meno “estrema” ma ancor più iconica, grazie al ruolo da protagonista di un cult-movie come “Il sorpasso” (1962).
Quel passo da gigante. La seconda icona è la Flaminia, vettura ufficiale del Presidente della Repubblica Italiana, prodotta in tre serie, dal 1957 al 1970, nelle versioni berlina e coupé. Disegnata da Pininfarina, che ne preannuncia le linee con la fuoriserie Lancia Florida realizzata su base Aurelia, la Flaminia è una berlina esclusiva, caratterizzata da linee innovative e interni lussuosi. Tra gli elementi di design più noti ci sono l’ampia presa d’aria sul cofano e il raffinato profilo cromato che parte dalla cornice del tetto e corre lungo tutta la pinna posteriore. Ma l’apice stilistico si raggiunge nel 1959 con la Flaminia Coupé a due porte, sempre firmata da Pininfarina. Restando nel mondo del cinema, fu tra le protagoniste assolute della Dolce vita. Quella vera: Marcello Mastroianni ne guidò numerosi esemplari. Menzione speciale alla Flaminia 335, prodotta da Pininfarina in quattro esemplari nel ’60-’61. Il numero indicava niente meno che la lunghezza del passo, da limousine presidenziale in versione landaulet (tettuccio rigido ai posti anteriori e capote apribile per quelli posteriori).
La Coupé a “torretta”. Ultima icona di questo terzetto, la Fulvia Coupé del 65. Rispetto alla berlina di due anni prima, essendo una coupé si caratterizza per la linea più agile e sportiva, la configurazione 2+2, e soprattutto per le ampie vetrature, con parabrezza e lunotto inclinati. Piero Castagnero, allora alla guida del Centro Stile Lancia, disse all’epoca di essersi ispirato alle linee dei motoscafi Riva, con il frontale slanciato e la coda dal taglio netto. Al suo esordio, il suo abitacolo a “torretta” conquista pubblico e critica, anche per l’ottima visibilità esterna. L’interno è al contempo sportivo e molto elegante, con il cruscotto e il volante in legno, oltre a vantare una strumentazione completa dove spiccano il contachilometri e il contagiri tondi di grandi dimensioni: le stesse forme pure e geometriche che stanno ispirando i designer nella creazione dei suoi futuri modelli. Non resta che aspettare questi ultimi quattordici giorni.