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Lamborghini 350 GT, la granturismo "gentile"

Figlia del controverso prototipo GTV, la "prima" di Ferruccio Lamborghini era potente ma meno corsaiola delle rivali Ferrari

Se è vero che la Casa automobilistica Lamborghini nasce da un impeto d’orgoglio del vulcanico Ferruccio dopo un alterco con Enzo Ferrari, il risultato è tutt’altro che un’operazione avventata. Certo, l’allestimento del primo prototipo, la 350 GTV, avviene in tempi relativamente stretti, tanto da costringere a rallentare un momento e rivedere un po’ lo stile, ma quanto alla personalità, Lamborghini ha le idee piuttosto chiare.

Lo scopo dell’imprenditore emiliano non è quello di sfidare Ferrari sul suo terreno, quello della sportività spinta, ma di rappresentare un’alternativa. Più che ai “gentlemen drivers” con ambizioni corsaiole, la GT della Casa di Sant’Agata vuole rivolgersi a una clientela esigente e raffinata, amante della velocità e anche del comfort.

La 350 GT

L’auto che debutta al Salone di Ginevra del 1964 è in realtà non ancora definitiva e non marciante, ma ha già le caratteristiche di quella di serie, specialmente nella carrozzeria rivista da Touring rielaborando soprattutto il frontale della GTV disegnata da Franco Scaglione, originale ma forse troppo futuribile.

Lamborghini 350 GT 1964-66

La vera e propria versione di produzione esordisce nella seconda metà del 1964 al Salone di Torino: nel frattempo, il telaio allungato di 10 cm per ottenere un abitacolo più spazioso è stato ancora rivisto per poter montare il motore leggermente più in basso e farlo stare sotto la filante linea del cofano, cosa che non era stato possibile fare già sulla GTV, presentata l’anno precedente anch’essa priva di motore.

Lamborghini 350 GT 1964-66, il posto guida

La 350 GT, come nelle intenzioni, non è innovativa ma è ben fatta: lunga 4,65 metri, 14 cm più del prototipo, ha una linea è elegante, con due grandi fari ovali, e un posteriore dalle linee più squadrate come nel progetto originale.

Lamborghini 350 GT 2+1 1964

I cm in più e un padiglione dalla forma più arcuata consentono di ricavare un singolo sedile posteriore centrale, che tuttavia verrà eliminato dopo meno di una decina di esemplari, incluso quello di preserie, che ha ancora il paraurti in un solo pezzo poi sostituito da due lame angolari.

Lamborghini 350 GT 1964-66, il motore

Il motore è sempre il V12 da 3,5 litri progettato da Giotto Bizzarrini, che in realtà, al momento del lancio ha già lasciato Lamborghini per fondare una sua azienda, poi diventata anch’essa Casa automobilistica. Nella versione di serie il motore è tuttavia proposto con una messa a punto meno spinta di quello originale, e concede una potenza, comunque ragguardevole, di 270 CV con un’erogazione più dolce e gestibile.

A richiesta è però possibile averlo in una configurazione più vicina a quella del prototipo di Bizzarrini, con alberi a camme di diverso profilo e una diversa carburazione, che arriva a 320 CV. Il cambio è uno ZF a cinque rapporti, corredato da un differenziale autobloccante e da un impianto frenante con quattro dischi Girling.

Lamborghini 400 GT 1966

La 400 GT

Ben accolta, la Lamborghini 350 GT viene prodotta fino all’inizio del ’66 in poco più di 130 esemplari, comprese le già citate “2+1”. Poi, la Casa, che nel frattempo ha già affiancato alla granturismo una sportiva a motore posteriore trasversale, la Miura, presenta l’evoluzione dotata di un motore più potente e affinamenti estetici.

Si chiama 400 GT e come suggerisce il nome, monta appunto un motore portato a quattro litri, analogo a quello da 350 CV della Miura, ma regolato per 320 CV e accompagnato da un cambio rivisto con sincronizzatori Porsche.

Lamborghini 400 GT 1966

Lamborghini 400 GT 2+2 1966 l’abitacolo

La linea non cambia, ma vengono ritoccati i fari, ora con due coppie di proiettori tondi al posto di quelli singoli ovali, e modifiche ai paraurti e alla mascherina. Dentro arriva invece la variante 2+2, con strapuntini posteriori, che raccoglie anche la maggior parte delle preferenze del pubblico.

Così aggiornata, la “GT” resta in commercio per altri due anni, totalizzando poco più di 280 esemplari che sono circa il doppio di quelli della 350. Di questi, soltanto una ventina sono a “due posti secchi”. Nel 1968, la 400 GT lascia il posto alla Islero, che ne conserva l’impostazione, ma cambia decisamente stile.

Lamborghini 350 GT e 3500 GTZ 1965

Le fuoriserie

Escludendo prototipi e concept car, ci sono due varianti sul tema della 350 GT degne di nota: la prima è la GTS, una spider realizzata dalla stessa Touring letteralmente tagliando il padiglione. Lamborghini, come Ferrari, ha le sue fissazioni, in questo caso una certa avversione per le vetture scoperte, dunque non approva la messa in produzione di questa variante di cui Touring realizza dunque soltanto i due esemplari dimostrativi.

Lamborghini 350 GTS 1965

La seconda è la variante ricarrozzata da Zagato e ribattezzata 3500 GTZ, anche questa prodotta in due unità. La linea ricorda più quella di alcune vetture Ferrari, specie nella forma del frontale e dei fari, con elementi tipici di Zagato come la sezione tronca del posteriore con fanali tondi. In più, ha il passo accorciato di 10 cm.

Lamborghini 400 GT Monza 1966

Sulla 400 GT invece le più celebri derivate sono due one-off del ’66. Una, la 400 GT Monza, è allestita in esemplare unico da una carrozzeria modenese per un cliente americano, e la Flying Star II, realizzata da Touring con un’inedita carrozzeria tipo “shooting brake”.

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