L’accordo Ue-Germania sugli E-fuels salva i motori termici. Italia più isolata
L’accordo, che elimina l’ultimo ostacolo all’approvazione del nuovo regolamento anche da parte del Consiglio Ue, è uno smacco per l’Italia. Che resta isolata in Europa, insieme a Polonia e Bulgaria, nel suo no alle nuove regole sulle auto green.
Già questo martedì il vertice dei ministri Ue dell’energia dovrebbe dare l’ok all’accordo. Con il sì della Germania, infatti, non c’è più quella minoranza di blocco (almeno 4 Paesi con il 35% della popolazione) che permette di mettere il veto alle decisioni in Consiglio.
Mentre l’apertura anche ai carburanti di origine vegetale, secondo la Commissione Ue, avrebbe comportato una rimessa in discussione dell’intero progetto, già votato a febbraio dall’Europarlamento. Una strada che gran parte dei Paesi non vuole percorrere. La normativa sulle auto è uno dei pilastri dei piani Ue per raggiungere la neutralità climatica entro il 2050.
«I veicoli dotati di motore a combustione possono essere immatricolati dopo il 2035 se utilizzano solo carburanti neutri in termini di emissioni di Co2», ha precisato ieri il ministro dei Trasporti tedesco, Volker Wissing. I biocarburanti non sarebbero tra questi perché riducono ma non azzerano le emissioni. Il governo italiano però non è d’accordo e non cambia linea. «La partita sui biocarburanti non è affatto persa», aveva detto venerdì Giorgia Meloni al termine del Consiglio europeo a Bruxelles, quando già era chiaro che si stava andando a un’intesa con la Germania.
Ma le stesse reazioni stizzite della maggioranza di governo all’intesa di ieri indicano che per Roma la strada in salita. «L’accordo sull’uso degli e-fuel con l’esclusione dei biocarburanti è semplicemente intollerabile – ha commentato il responsabile Energia di Forza Italia Luca Squeri – ed è destinato a danneggiare non solo l’Italia ma tutta l’Europa. Il governo continui la battaglia».
Stessa musica dal capodelegazione di Fratelli d’Italia-Ecr al Parlamento europeo, Carlo Fidanza: «La transizione ecologica di Timmermans avrà enormi costi economici e costi politici in termini di dipendenza strategica dalla Cina. Fa più che bene il governo Meloni a non mollare su questo punto che è ovviamente coerente con l’interesse nazionale italiano ma anche con un approccio scientifico e non ideologico».
Dall’opposizione il leader dei Verdi Angelo Bonelli parla invece di «disastro diplomatico e politico dell’Italia» che con «una strategia folle ha portato a favorire la Germania con gli e-fuel, ovvero i carburanti sintetici di cui è una grande produttrice».
La proposta originaria della Commissione Ue prevedeva lo stop a dal 2035 a tutti i motori tranne l’elettrico. Ma era stata fermata per l’opposizione di Berlino che ha chiesto di ricomprendere i carburanti sintetici sostenendo che possono essere prodotti con il solo utilizzo di energia rinnovabile e carbonio catturato dall’aria in modo da risultare neutri in termini di emissioni nette. Si tratta di vedere se la riapertura, pur limitata, ai motori termici diventerà prima o poi una breccia per deroghe più ampie.