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La "scatola magica" che abbatte le emissioni degli pneumatici. Come essere già in regola con Euro 7

La “scatola magica” che abbatte le emissioni degli pneumatici. Come essere già in regola con Euro 7

ROMA – Le nuove proposte della Commissione europea per lo standard Euro 7 sui limiti delle emissioni inquinanti generate dai veicoli venduti in Europa, che entreranno in vigore nel 2025, introducono importanti novità. Una di queste è che, per la prima volta a livello mondiale, si stabiliscono limiti aggiuntivi sulle emissioni di microplastiche generate dall’abrasione degli pneumatici.

E non è un caso che questi nuovi limiti siano stati inseriti in un testo che estende per la prima volta i target sulle emissioni inquinanti anche ai veicoli elettrici. Quest’ultimi, infatti, anche se non generano emissioni di carbonio dai tubi di scappamento, non azzerano il problema della dispersione in atmosfera delle microplastiche della polvere degli pneumatici prodotte dal ‘rotolamento’: particelle così piccole da poter essere inalate. Anzi, l’emissione di queste microplastiche nei veicoli elettrici è addirittura maggiore che nelle auto endotermiche, a causa del maggior peso dovuto alla presenza della batteria e ad un’accelerazione più veloce  rispetto ai veicoli a carburanti fossili; due fattori che aumentano l’usura degli pneumatici.

Diventano quindi di estrema attualità le varie soluzioni per arginare l’emissione delle particelle di microplastiche che sono state messe in campo negli ultimi anni. Una di queste riguarda la startup londinese The Tyre Collective che – informa Bloomberg – ha deciso di creare una sorta di ‘scatola’ da applicare dietro le ruote del veicolo per aspirare le particelle inquinanti degli pneumatici. Il dispositivo non ha ancora un nome preciso ma l’obiettivo è chiaro: ridurre le emissioni delle micrplastiche intercettandole alla fonte. La ‘scatola’, che è alimentato dall’alternatore dell’auto, utilizza una piastra di rame per creare un campo elettrico che attira la polvere degli pneumatici prodotta dall’attrito sulla strada.

The Tyre Collective è nata nel 2020 e il suo dispositivo è stato uno dei quattro vincitori dei premi Terra Carta Design Lab, assegnati per le innovazioni che affrontano la crisi climatica. In laboratorio il dispositivo di The Tyre Collective ha assorbito in massa il 60% delle emissioni nell’aria, ma l’implementazione nel mondo reale si sta rivelando più impegnativa. L’azienda sta attualmente testando un prototipo, che ha avuto il suo primo test su strada l’anno scorso in collaborazione con l’azienda automobilistica Geely, su una coppia di furgoni a Londra e finora sta raccogliendo circa un quinto delle emissioni. Le emissioni degli pneumatici verranno svuotate mensilmente dai tecnici delle officine e l’obiettivo futuro della startup è quello di creare dei punti di raccolta, come parte del servizio di routine del veicolo, e riutilizzarle in pneumatici nuovi, suole di scarpe e altri prodotti. The Tyre Collective spera di lanciare il suo prodotto nel 2024 e afferma che concentrerà i suoi sforzi sul retrofit di veicoli di grandi flotte e furgoni per le consegne, che hanno un programma di manutenzione regolare che semplifica l’integrazione, la pulizia e il monitoraggio della tecnologia.

Il passo successivo sarà l’integrazione del dispositivo all’interno delle auto elettriche, facendo in sostanza per le emissioni degli pneumatici ciò che il convertitore catalitico ha fatto per il tubo di scappamento.

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