La MotoGP del futuro: più show, meno Europa e il sogno del GP unico con la F1
E poi c’è il “contorno”, lo spettacolo extra pista, i vip. Quello che ai motociclisti piace meno, ma che oggi pare indispensabile per vendere il proprio prodotto anche a chi di quel prodotto sa poco. Quindi, aspettiamoci di vedere una MotoGP che copierà spesso e volentieri il modo di presentarsi al pubblico mondiale. Un paddock sempre più imponente, tanti eventi collaterali e la ricerca di quell’esclusività, che aumenta il desiderio di esserci e di guardare. Anche se di gare si sa poco. Un po’ come successo un ventennio fa con il fenomeno Valentino Rossi, che ha appassionato milioni di persone che non conoscevano il motociclismo. O come sta accadendo oggi con Jannik Sinner. Insomma, si punterà su un mix di eventi e protagonisti sempre più in misura “extra large” per rilanciare la MotoGP, facendola uscire dal guscio in cui si è rinchiusa negli ultimi anni.
Ma c’è un sogno che con l’unione sotto la stessa proprietà è sempre più vicino a realizzarsi: correre un GP di F1 e di MotoGP sulla medesima pista, nel medesimo weekend. Ne avevano già parlato apertamente sia Carmeo Ezpeleta, sia Stefano Domenicali. Adesso il principale ostacolo organizzativo è stato abbattuto. Bisognerà “solo” trovare le piste e le date giuste per mandare in scena il più grande spettacolo del motorsport. Non succederà nel 2025 e forse neppure nel 2026, ma è solo questione di tempo perché il GP unico diventi realtà.
Per qualcuno, i “duri e puri” del motociclismo, sarà un “pesce d’Aprile” poco gradito, ma l’entrata in scena di Liberty Media nel mondo delle due ruote rappresenta un passaggio epocale. Perché con l’acquisizione di Dorna da parte del colosso americano, il Motomondiale farà, o almeno ci si aspetta che faccia, un salto nel futuro. Piaccia o meno agli appassionati di vecchia data, negli ultimi anni, cioè da quando proprio Liberty Media ha assunto la gestione della Formula 1, il divario tra quello che una volta era il circus a quattro ruote e la MotoGP si è fatto più ampio. Non tanto per lo spettacolo in pista, visto che quello è rimasto a vantaggio di Bagnaia e compagni nonostante ritiri importanti, quanto per l’organizzazione e l’internazionalizzazione del campionato.