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La minaccia cinese – L’amaro destino dellEuropa nell’era elettrica: dal 2025 più import che export

la minaccia cinese – l’amaro destino delleuropa nell’era elettrica: dal 2025 più import che export

La minaccia cinese – L’amaro destino dellEuropa nell’era elettrica: dal 2025 più import che export

La mobilità elettrica mette a rischio uno dei capisaldi economici dell’Europa, ovvero il surplus nell’esportazione di autoveicoli. Ne è convinta la società di consulenza PwC, che in un recente report della sua filiale tedesca lancia l’ennesimo allarme sull’invasione di veicoli alla spina prodotti in Cina e rafforza i timori manifestati anche recentemente da diversi manager di primo piano del settore come Carlos Tavares di Stellantis. “Mentre i produttori cinesi vendono sempre più Bev in Europa”, scrivono gli autori dello studio, “sia i costruttori europei che quelli americani stanno spostando in modo crescente la loro produzione di elettriche in Cina, trasformando il ruolo dell’Europa da esportatore a importatore di automobili”.

Le previsioni. In particolare, la società di consulenza ritiene che già nel 2025 potranno essere commercializzati nel Vecchio continente quasi 800 mila veicoli di fabbrica cinese, di cui oltre 330 mila di marchi europei. Si tratta di una crescita significativa rispetto sia all’anno scorso, quando le Bev importate dalla Cina sono state appena 35 mile, sia alle stime per il 2022: lo studio, infatti, prevede un immediato raddoppio a 66 mila vetture a batteria. L’andamento delle vendite si tradurrà per l’intera Europa in un deficit commerciale quantificato in oltre 221 mila veicoli (endotermiche ed elettriche) per il 2025. Nel 2015, invece, l’avanzo era di circa 1,7 milioni di automobili: tale surplus si è via via ridotto negli anni, scendendo a poco meno di 153 mila vetture nel 2019 e alle 76 mila previste per quest’anno. “I produttori europei stanno ancora affrontando problemi con le consegne e si stanno concentrando principalmente su modelli di elettriche nel segmento premium. I cinesi, invece, hanno ottimizzato e sviluppato ulteriormente i loro prodotti nel mercato interno, tanto da portare ora in Europa modelli economici e tecnologie innovative”, spiega Felix Kuhnert, Partner e Automotive Leader di PwC Germany. “Per mantenere le loro strutture, sfruttare lo slancio della transizione elettrica e continuare a beneficiare delle economie di scala, i costruttori europei devono contrastare questo trend e tenere sotto controllo le catene di approvvigionamento e accelerare i processi di sviluppo e produzione in patria e all’estero”.

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