I piani delle Case e le politiche per la transizione portano almeno 40 miliardi $ di investimenti nell'auto elettrica (e posti di lavoro)
L’hanno già chiamata la “cintura delle batterie”. È quella che sta nascendo negli Stati Uniti, in particolare nel Midwest, grazie agli annunci di Case e politica per la transizione dell’auto. Una spinta accompagnata dalla promessa di portare risorse e nuovi posti di lavoro negli States. La sta mantenendo? Pare proprio di sì.
Triplo, quadruplo e oltre
La differenza col passato è evidente: dal 2018 al 2020 – si legge tra le pagine –, sono stati 6 gli stabilimenti messi in cantiere, per un valore di poco superiore ai 5 miliardi. Adesso, oltre a essere triplicati in meno di 2 anni, i progetti puntano a produzioni più ricche, da 10 a 40 GWh, contro una media precedente di 1 GWh.
La capacità degli Stati Uniti crescerà così di 5 volte dal 2021 al 2026; nel 2031 salirà dell’86%. Un vero e proprio cambio di passo, favorito non solo dalle strategie dei costruttori, ma anche dalle iniziative dell’amministrazione Biden, un presidente più deciso sull’elettrificazione – per usare un eufemismo – rispetto al predecessore.
Tanto lavoro (e non solo)
Per esempio, è dell’attuale inquilino della Casa Bianca l’obiettivo di portare le auto elettriche e ibride plug-in al 50% del mercato nel 2030, così come è suo il disegno di legge bipartisan sulle infrastrutture, che prevede, tra le altre cose, 7,5 miliardi di dollari per le colonnine.
Ci sono poi il “Chips and Science Act” da 52,7 miliardi e, da ultimo, l’Inflation Reduction Act, che finanzia gli incentivi da 7.500 dollari vincolandoli al montaggio di batterie “made in Usa”. Passo dopo passo, gli investimenti lungo tutta la filiera degli accumulatori sono già cresciuti del 700% da inizio 2021. I posti di lavoro? Secondo media americani, oltre 642.000. E tutto grazie all’auto elettrica.
Fonte: Electrek, Federal Reserve Bank of Dallas
