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La batteria italiana alla CO2 fa gola anche agli americani

Grazie a sostenitori e partner locali, Energy Dome inizierà a vendere la sua batteria alle aziende statunitensi a partire dal 2024

la batteria italiana alla co2 fa gola anche agli americani

Di batterie ne esistono davvero di tutti i tipi. Ma della batteria a CO2 non si sente parlare quasi mai. Invece c’è anche quella e, soprattutto, viene dall’Italia. È frutto del lavoro della startup Energy Dome, con sede a Milano, e utilizza appunto l’anidride carbonica per immagazzinare energia proveniente da fonti rinnovabili.

Il bello è che dopo aver ricevuto una serie di finanziamenti da parte di alcune società statunitensi, tra cui la Elemental Excelerator con sede alle Hawaii e in California, Energy Dome annuncia ora l’ingresso ufficiale nel mercato americano, un passo importante, che le garantirà grandi opportunità di crescita.

Si parte nel 2024

Energy Dome si dice pronta a sviluppare progetti su scala commerciale negli Usa e, per farlo, ha stabilito un solido percorso di crescita che, stando ai piani, dovrebbe permettere alla sua tecnologia di avere uno sbocco commerciale già nel 2024.

Per quella data la batteria di accumulo a biossido di carbonio sarà infatti pronta per entrare in funzione presso aziende e altri soggetti che necessiteranno di un sistema di stoccaggio dell’energia di lunga durata e su scala industriale, a un costo circa dimezzato rispetto alle tradizionali batterie agli ioni di litio.

Come funziona

La batteria alla CO2, tecnicamente, sfrutta l’energia proveniente da fonti rinnovabili per portare il gas allo stato solido. Una volta raggiunto questo stato, viene poi immagazzinato all’interno di appositi serbatoi. Attraverso speciali condotti, quando si vuole riportare il biossido di carbonio allo stato gassoso, lo si induce a mettere in moto una turbina che genera nuova elettricità.

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Al momento Energy Dome ha un impianto pilota attivo in Sardegna con 4 MWh di capacità che sviluppa una potenza di 2,5 MW. Grazie a 11 milioni ricevuti a giugno, la società milanese, che si è anche aggiudicata il prestigioso riconoscimento BloombergNEF Pioneers, darà vita a un secondo impianto da 20 MW-200 MWh che potrà essere utilizzato per fini commerciali.

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