Koelliker – Arriva Evum aCar, furgone elettrico 4×4
Dalle Alpi agli Appennini. Il furgone elettrico 4×4 aCar è il modello di punta della Evum Motors GmbH, società nata nel 2017 dallo spin-off di un progetto di ricerca dell’Università Tecnica di Monaco. Dal 2020, nello stabilimento di Bayerbach, in Bassa Baviera, viene prodotto l’aCar, che ha nella versatilità e nella robustezza i suoi punti di forza. Grazie alle sue caratteristiche, da perfetto veicolo da lavoro in montagna, questo compatto veicolo utilitario elettrico a trazione integrale ha riscontrato subito successo in Germania, Austria e Svizzera, Paesi dove l’azienda dispone ora di un’ampia rete di oltre 200 concessionari. E ora l’obiettivo della Evum è quello di affermarsi anche in Italia, dove le zone di montagna non mancano, proponendosi in futuro anche come produttore internazionale di automobili.
Dal pick-up al cargo box. La gamma italiana, disponibile da inizio 2023, sarà composta dall’allestimento Select, declinato in quattro differenti versioni, tutte a trazione integrale: telaio cabinato, pick-up, cargo box e con cassone ribaltabile; a queste verranno aggiunti differenti allestimenti, capaci di rispondere alle specifiche necessità dei clienti. L’aCar vuole essere un mezzo poliedrico che, grazie ai tre pacchi batterie, per un’autonomia fino a 200 km (Wltp), e a un carico trasportabile di 1.100 kg, potrà adattarsi all’uso cittadino, per la gestione dei flussi logistici di merci e materiali all’interno delle aree urbane, in ambito forestale e agricolo, nell’artigianato e nell’edilizia, ma anche per attività di protezione civile e per la micro-mobilità nei centri montani. “Ancora una volta precorriamo i tempi rendendo disponibile sul mercato italiano un vero e proprio unicum”, commenta Marco Saltalamacchia, Executive vice president e ceo del Gruppo Koelliker. “aCar è un eLCV a quattro ruote motrici che ci ha colpiti per la versatilità e le sue qualità. Prodotto in Germania con il contributo dei migliori player dell’indotto europeo, raggiunge due obiettivi importanti: alti standard e una filiera corta che incide favorevolmente sull’impronta di carbonio del costruttore, a completamento di un ciclo virtuoso che sposiamo in pieno”.