Jan Lammers e la F1 di ieri: “C’era più spazio per l’uomo e le sue capacità”
“Credo sia stata la più bella grafica di sempre della F.1” dice quando gli ricordiamo quei momenti. Lo abbiamo trovato in un paddock mentre camminava curioso a guardare le auto attuali, a parlare coi pochi tifosi che si ricordano di lui. In fondo ha 66 anni e in F.1 debuttò a 23, alla stessa età Max Verstappen aveva già vinto qualche GP ma deve in fondo proprio a Lammers se è arrivato lì dove è ora. Infatti Lammers, smessi i panni del pilota di F.1 e vinto una 24 ore di Le Mans con Wallace e Dumfries, aveva creato il team Racing For Holland, primo esempio, forse, di un consorzio dedicato ai piloti e team nazionali. Più o meno nello stesso periodo in cui nacque il Racing For Italy che schierò delle monoposto in F.3. “Erano tempi diversi, bastava poco per inventarsi qualcosa. Ci volevano tanti soldi lo stesso, ma ci si organizzava”.
Recriminazioni di quel periodo? “Non avere avuto una macchina competitiva, ovviamente”. Le differenze di ieri e oggi sono lampanti, sono sotto gli occhi di tutti…”Era una epoca, la nostra, dove la meccanica prevaleva su tutto. Erano auto difficili da pilotare, fisicamente pesanti, non avevamo servosterzo o altri meccanismi. Si lavorava tutto di grip meccanico, l’aerodinamica non era una scienza esatta, si andava per tentativi empirici e se andava bene non capivi mai se avevi azzeccato la parte meccanica o la soluzione aerodinamica. Si improvvisava su tutto, ma c’era più spazio per l’uomo e le sue capacità. Potevi non avere la macchina migliore, ma potevi far vedere cosa sapevi fare”.
In collaborazione con Automoto.it