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Isotta Fraschini, le auto scelte da d'Annunzio e Mussolini

Nata a inizio '900, Isotta Fraschini ha creato con la Tipo 8 del '19 la prima grande vettura di lusso europea

isotta fraschini, le auto scelte da d'annunzio e mussolini

L’espressione “lusso italiano” oggi fa venire in mente costruttori blasonati e decisamente sportivi come Ferrari, Maserati e Lamborghini. Ma prima di questi è esistito un altro marchio capace di rivaleggiare in prestigio con quelli inglesi e tedeschi già blasonati come Mercedes, Maybach e Rolls-Royce.

Il marchio in questione è quello dell’Isotta Fraschini, attivo tra il 1900 e il secondo Dopoguerra, ma tornato oggi agli onori della cronaca dopo l’annuncio della rinascita come produttore di auto elettriche e da competizione. La prima Isotta Fraschini del terzo millennio è infatti una hypercar che gareggerà nel Mondiale Endurance 2023 a partire dalla 6h di Spa. Nulla di strano pensando che nel DNA della storica Casa ci sono, in effetti, anche le corse.

Dal garage alle competizioni

La Società Milanese d’Automobili Isotta Fraschini & C nasce appunto a Milano all’inizio del 1900, fondata dall’avvocato Cesare Isotta e dai tre fratelli Antonio, Oreste e Vincenzo Fraschini, con la partecipazione di altri imprenditori del settore come Luigi Prinetti.

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Isotta Fraschini Runabout 1902

L’attività iniziale della società è quella di garage/officina, ma non passa molto tempo prima che questa metta in cantiere modelli propri, le 6 1/2 e 8 HP, con motori di piccola cilindrata di produzione francese.

L’impegno sportivo inizia già nel 1902, con l’allestimento di una vettura con motore da 2,2 litri costruita per partecipare a una gara che poi non si svolge. Nel 1903 Isotta Fraschini costruisce il primo motore realizzato in proprio, con potenza di 24 HP, e inizia a mietere successi sportivi.

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Isotta Fraschini Tipo FENC 1908

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Isotta Fraschini Tipo FENC 1908 – il motore

La sua fama attraversa l’Oceano e nel 1908, mentre una 50 HP vince la Targa Florio, un’altra auto da competizione stabilisce negli Stati Uniti un nuovo record di velocità media superando i 100 km/h.

Il primo modello che raggiunge un certo successo di vendite sia nella versione stradale sia in quella da competizione è la FE/FENC del 1911, a cui segue la KM, con motori da oltre 10 litri e fino a 120 CV e velocità massime che possono arrivare a 160 km/h. Su questa debuttano i freni montati anche sulle ruote anteriori.

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Isotta Fraschini Tipo KM roadster 1914

La Tipo 8

La raffinatezza tecnica dei prodotti Isotta Fraschini fa sì che l’attività si allarghi alla produzione di motori non soltanto per uso interno: i propulsori della Casa trovano posto anche su altri mezzi come dirigibili e locomotive, nel difficile periodo della Prima Guerra Mondiale, l’azienda sopravvive anche costruendo autocarri per uso militare.

Alla fine del conflitto entra in azienda il conte Lodovico Mazzotti, che contribuisce al proseguimento dell’attività malgrado le difficoltà finanziarie in cui l’azienda si trova. In questo periodo arriva quello che è considerato i modello più rappresentativo dell’intera storia dell’Isotta Fraschini, la Tipo 8.

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Isotta Fraschini Tipo 8 1919

Si tratta di una imponente e lussuosissima berlina, prima al mondo con un motore otto cilindri in linea inizialmente da 5,9 litri e circa 80 CV pensata per la clientela più esigente, che precede di alcuni anni le varie Maybach DS8 Zeppelin e Rolls-Royce Phantom.

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Isotta Fraschini Tipo 8 Tourer 1923

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Isotta Fraschini Tipo 8A S Cabriolet 1929

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Isotta Fraschini Tipo 8A Cabriolet 1924 – Il motore

La Tipo 8, poi evoluta nelle varianti 8A e 8B, con motore portato a 7,3 litri e fino a 160 CV, e carrozzata dai più importanti “coachbuilders” del periodo, diventa l’automobile di grandi personalità (da Gabriele d’Annunzio a Benito Mussolini, senza contare l’esemplare donato a Papa Pio IX dal Regio Automobile Club). Totalizza oltre 2.200 esemplari costruiti fino allo scoppio della Seconda Guerra Mondiale.

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Isotta Fraschini Tipo 8A SS Cabriolet 1930

Tuttavia, questo non basta ad assicurare la prosperità al costruttore, anzi: la crisi del ’29 colpisce duramente anche il marchio milanese, che cerca la collaborazione del colosso americano Ford. Purtroppo, l’acquisizione da parte del gigante di Detroit, pronto a costruire una nuova fabbrica vicino a Livorno, sfuma per l’opposizione degli industriali del settore, in particolare il Senatore Giovanni Agnelli (fondatore della Fiat), che spingono il governo ad approvare una legge per impedire l’installazione di concorrenti stranieri sul suolo italiano.

L’azienda, che pochi anni prima ha visto l’uscita di scena dei fondatori ed è ora gestita da Mazzotti, deve quindi cercare di rimettersi in piedi con le sue forze. L’ingegner Caproni, tecnico aeronautico entrato in Isotta Fraschini nel ’32, sceglie di puntare sulla produzione di motori a gasolio e l’attività si allarga con altri due stabilimenti da cui escono anche apprezzati autocarri costruiti, come i motori d’aereo, anche durante la Seconda Guerra Mondiale.

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Isotta Fraschini Tipo 8C Monterosa 1947

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Isotta Fraschini Tipo 8C Monterosa Cabriolet Boneschi 1947

Questi sono in realtà destinati a rimanere gli ultimi prodotti a marchio Isotta Fraschini. Dopo il conflitto, infatti, l’azienda riapre alla produzione di automobili con l’ultima serie della Tipo 8, la 8C Monterosa, ma il crollo delle commesse per i motori aeronautici affonda definitivamente le finanze dell’azienda, che viene messa in liquidazione nel 1949. Il marchio viene utilizzato dalla Breda, che continua a produrre i camion, fino al ’55.

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Isotta Fraschini T8 prototipo 1998

I primi tentativi di rilancio e la rinascita

Nei settant’anni che seguono alla chiusura, l’idea di far rivivere il nome di Isotta Fraschini solletica diversi imprenditori, ma tutti i tentativi si risolvono in nulla di fatto: ci va vicino la Rayton Fissore di Cherasco (CN), che nel 1998 presenta due vetture con meccanica Audi, la T8 e la T12senza però riuscire ad avviare la produzione.

Oggi, le sorti dello storico marchio sono affidate a un imprenditore colombiano, Franck Yepes, che ha annunciato nel 2019 la rinascita di Isotta Fraschini come costruttore di supercar elettriche. La nuova realtà, insediata nella Motor Valley Emiliana, avrebbe coinvolto tecnici ed esperti con esperienze in Ferrari e Maserati e aperto un dialogo con il magnate croato Mate Rimac, che lo scorso anno ha acquisito la maggioranza di Bugatti.

Il primo atto ufficiale, però, è la hypercar che correrà nel 2023 a Spa e a Le Mans, dove sfiderà la Ferrari 499P che segna il ritorno del Cavallino nella massima categoria dell’endurance dopo oltre vent’anni.

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