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Il ritorno al futuro della hypercar Ferrari: "Le Mans arriviamo"

Il ritorno al futuro della hypercar Ferrari: “Le Mans arriviamo”

L’hypercar Ferrari è una macchina del tempo: parte dal passato per proiettarci nel futuro. Cinquant’anni dopo l’ultima apparizione, la casa di Maranello è pronta per tornare alla 24 ore di Le Mans. Per Antonello Coletta, il responsabile del programma, e i suoi uomini il tempo delle mele e quindi dell’innamoramento, è finito. In questo fine settimana sulla pista sconnessa del vecchio aeroporto di Sebring, in Florida, comincia l’avventura delle due 499P iscritte al mondiale Wec, quello che un tempo Enzo Ferrari considerava più importante della Formula 1. Un po’ come John Elkann, il presidente di oggi. Due macchine, sei piloti, tre dei quali italiani, 7 gare compresa la ciliegina sulla torta, la Le Mans del centenario in calendario il 10 giugno.

Antonello Coletta è il Binotto, o meglio il Vasseur, del programma Gt. Romano, laureato in economia e commercio, ex pilota di kart con un secondo posto al Mondiale nel 1972, è in Ferrari dal 1997 e con il programma Gt ha vinto 7 Mondiali e 6 Le Mans in 10 anni. Da quando la Ferrari ha deciso di tornare a lottare per la vittoria assoluta con il progetto Hypercar la sua vita è cambiata. Ora tutti lo cercano, tutti lo vogliono, tutti lo aspettano al varco: «Non abbiamo nulla da rimproverarci, fin qui abbiamo sempre fatto bene. Certo ora si sale di livello, ma abbiamo fatto tutto quello che dovevamo. Rimaniamo concentrati, freddi, ma sono convinto che all’inizio sarà dura, è inevitabile abbiamo visto che lo è stato anche per i nostri avversari. Porsche dopo aver sviluppato l’auto per un anno e mezzo in parallelo tra l’Europa e l’America a Daytona con 8 macchine ha perso la prima vettura dopo 3 ore e dopo 11 la seconda. Questo per dire che non sarà semplice. Noi arriviamo alla prima gara dopo sette mesi di test, di chilometri ne abbiamo fatti e siamo dove pensavamo di essere con le difficoltà che pensavamo di avere in questo momento».

Progettare e poi costruire un’auto da zero. Metterla in pista, collaudarla, farla crescere, renderla veloce e tenerla insieme per 24 ore di fila. Non esattamente una scampagnata. «Dobbiamo lavorare per arrivare ad essere consistenti per l’appuntamento di Le Mans racconta Coletta – il tempo è un nemico importante. Tu provi, capisci che devi intervenire su una parte. Torni in fabbrica, la studi, la realizzi affrontando tutti i problemi di ritardi che ci sono oggi con certe forniture. Poi lo monti in macchina, lo riprovi». Il primo obbiettivo è trovare la consistenza, l’affidabilità, poi ci si concentrerà sulle prestazioni. Prima di Le Mans ci saranno la 1000 km di Sebring e le Sei ore di Portimao e Spa. «Quando rappresenti un marchio e una storia come quella Ferrari non puoi pensare di andare lì soltanto a competere, devi vincere. Poi è chiaro che vince uno solo, ma devi essere lì. Fin qui abbiamo fatto un ottimo lavoro e speriamo di continuare anche ora che siamo saliti di livello. Dobbiamo essere lì per far bene e far bene significa vincere». Non usa giri di parole. Sa di non poter solo partecipare. L’Hypercar Ferrari è nata per vincere. Ma gli avversari non sono qui a dire prego si accomodi perché tu ti chiami Ferrari. Anzi. «L’avversario principale è al 100% Toyota. Loro sono il riferimento, sono lì da tempo, consistenti, veloci. Poi c’è Porsche ovviamente, ma non sottovaluterei Cadillac che non era veloce, ma non ha avuto problemi a Daytona. Toyota non è mai stata sotto pressione, sarà diverso lottare contro qualcuno piuttosto che lottare solo contro se stessa. Però non dobbiamo darci per battuti perché gli altri sono forti. Dobbiamo essere coraggiosi».

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