La produzione Sky Documentaries, che celebra i tanti trionfi della casa torinese, è stata svelata in anteprima presso l'Heritage Hub Mirafiori - di MATTEO SENATORE
Lancia: un nome, una leggenda
Nella magnifica e suggestiva cornice dell’Heritage Hub di Mirafiori, targato FCA, a Torino, è stato presentato ieri sera l‘attesissimo documentario ‘Lancia, la leggenda del rally’, che sarà visibile sulla piattaforma Sky a partire dal prossimo 3 giugno. Il primo dei tre episodi nei quali è strutturata la serie andrà in onda alle 21.15 su Sky Documentaries e su Sky Sport 1, oltre che naturalmente in streaming su NOW Tv. Non poteva esserci palcoscenico migliore per svelare lo splendido lavoro che ripercorre l’epopea indimenticabile della squadre corse Lancia, capace di conquistare 15 titoli iridati tra Piloti e Costruttori tra il 1973 e il 1992 in quello che adesso è il mondiale WRC.
Location perfetta
All’interno dello spazio espositivo, che accoglie la collezione aziendale di oltre 300 vetture d’epoca – tra cui alcuni esemplari unici – prodotte dai marchi Fiat, Lancia e Abarth, abbiamo potuto assistere, in una gustosa anteprima, alla proiezione integrale del primo episodio, che racconta la nascita del fenomeno Lancia partendo dall’epica vittoria ottenuta al Rally di Monte Carlo 1972 da Sandro Munari e Mario Mannucci grazie alla mitica Lancia Fulvia 1.6 Coupé HF. La narrazione prosegue poi fino alla discussa fusione dei reparti corsa Lancia, Fiat e Abarth, attraversato la cavalcata della Lancia Stratos, capace di annichilire senza pietà la concorrenza dal 1974 al 1976, prima di essere ritirata per evitare di ‘oscurare’ eccessivamente le Fiat.
Nomi eccellenti
L’intervento di Cesare Fiorio
“La Lancia rappresenta 26 anni della mia vita. Un mio vanto è quello di aver sempre utilizzato piloti italiani. Le nostre erano davvero vittorie italiane e mi dispiace molto che ora i piloti del nostro paese siano spesso sacrificati – ha sottolineato Fiorio – le nostre macchine erano all’avanguardia, in avanti sui tempi. Tutte hanno vinto il titolo mondiale. Nel 1983 noi abbiamo battuto Audi e siamo stati gli ultimi a portare al successo una vettura a due ruote motrici davanti a una a quattro ruote motrici“, ha concluso con orgoglio.