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Il Metaverso secondo Renault, quando il digitale aiuta l'auto del futuro

il metaverso secondo renault, quando il digitale aiuta l'auto del futuro

PARIGI – Sappiamo che il Metaverso è uno spazio virtuale in cui è possibile lavorare, incontrarsi, fare affari e acquistare beni. E del Metaverso industriale cosa sappiamo? Per esempio, quello di Renault?

Ci hanno invitato a fare un giro, quelli di Renault, e allora proviamo a fare luce: questo oggetto misterioso ha sede a Flins-sur-Seine, nei pressi di Parigi: qui è dove la casa francese ha riprodotto digitalmente tutte le fabbriche del gruppo. Che cosa si fa lì? Si generano dati, più di un miliardo al giorno, per ottimizzare il funzionamento industriale. Significa costi minori (dicono 780 milioni di euro di risparmio) e un miglioramento della qualità del prodotto. Renault ci crede così tanto da averci investito 225 milioni di euro (in cinque anni, dal 2016): così ha creato il suo metaverso industriale, il suo doppio digitale.

Il giro nella fabbrica ci ha sorpreso e incuriosito. Il team dei media sembrava in gita, con gli esperti a spiegare agli scolaretti. E, in effetti, è ancora tutto una novità. Tutto una prima volta e, dunque, noi media siamo effettivamente degli studenti che cercano di capire. Peraltro le informazioni sono talmente numerose… quindi prima di tutto bisogna memorizzare le parole chiave, che sono “torre di controllo” e “gemelli digitali”. La prima governa e dirige, la seconda mostra come il mondo fisico venga replicato.

Già, perchè ci dicono che tutti gli oggetti che compongono la fabbrica sono collegati e parlano la stessa lingua: sono 8.500 dispositivi, dal semplice avvitatore fino al robot saldatore. E poi le 107 presse, i 172 centri di lavoro e i 15 estrattori d’aria dalle cabine di verniciatura. 10.000 sensori restituiscono i dati, con gli operatori e gestori che hanno accesso ai dati in tempo reale. Ma la sfida, per Renault, è stata rendere visibile la gestione del flusso. E qui entrano in scena appunto le “Torri di Controllo”, cone gli operatori che modellano tutte le fasi di produzione dell’auto, e anche della fornitura. Per dire, i dati su traffico e meteo vengono utilizzati per anticipare, posticipare le spedizioni.

Altra conseguenza positiva? L’eco-sostenibilità: la casa francese tiene fortemente al calendario della sua decarbonizzazione. Sappiamo tutti che l’obiettivo europeo della carbon neutrality è fissato al 2030 (2050 in tutto il mondo), ma il brand guidato dal ceo Luca De Meo è certo di raggiungere il 75% già nel 2025. In che modo? Grazie a due siti: Douai e Maubeuge. Questi due sistemi copriranno il 70% del fabbisogno termico dei due siti e, per il restante 30%, Renault utilizzerà la metanizzazione con biogas. A Flins supervisioneranno.

Ma gli usi del metaverso sono infiniti: per dirne un altro, grazie a EcoGy – software che consente di tracciare tutti i dati di consumo di 24 stabilimenti – Renault può pianificare i consumi (e acquistare energia a minor prezzo) oltre che monitorare le anomalie. Insomma, in Francia sono certi che, così facendo, accelererà la competitività del gruppo: ottimizzazione e gestione delle scorte, riduzione dei tempi di consegna. Questo è dunque il suo Metaverso, la sua replica del mondo fisico: le info consentiranno feedback alle macchine connesse che si adatteranno di conseguenza, fino a creare un gemello digitale dell’auto voluta.

Alla fine del giro resta, sottolineata più volte, la premessa filosofica basica: “Ricordiamolo sempre: dobbiamo tenere presente che senza l’uomo semplicemente non esiste il metaverso, né il digitale”. E, viene da aggiungere: meno male.

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