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I trafficanti cercano bimbi e donne incinte per soccorsi più rapidi

i trafficanti cercano bimbi e donne incinte per soccorsi più rapidi

I trafficanti cercano bimbi e donne incinte per soccorsi più rapidi

«Da Sfax all’Italia, contattate i leader su Whatsapp. Serve un gruppo di 25 persone, la cifra è economica». Questo è uno dei tanti messaggi che hanno ripreso a comparire nelle bacheche dei migranti. Il giorno della partenza sembra essere per tutti lo stesso: oggi, probabilmente a partire dalla notte appena trascorsa. «Movimento per giovedì, ho bisogno di 5 persone per completare», si legge in un altro. «Sono 2mila per persone serie». E di annunci come questi ce ne sono decine. Se tutti i «lanci» venissero confermati, considerando anche quelli che non abbiamo intercettato, si prospetta un altro weekend di sbarchi per Lampedusa.

Tra i tanti annunci trovati, uno in particolare ha attirato la nostra attenzione. «Il prezzo è di 2500 dinari, pari a 850 euro», scrive l’organizzatore che l’ha pubblicato, specificando anche il cambio in valuta europea. Ma, soprattutto, fornisce un dettaglio chiave: «Gratis per bambini e donne in gravidanza». Nessun facilitatore ha mai fornito nei messaggi pubblici che abbiamo avuto modo di leggere un elemento così specifico sull’organizzazione. Chi scrive non vuole nemmeno brutte sorprese: «Non accetto chi non risponde al telefono».

Offrire trasferimenti gratuiti a bambini e donne in stato interessante significa incentivare alla partenza i soggetti più fragili che, in caso di problemi in alto mare, rischiano di più. Una strategia pericolosa, criminale, che dimostra la spregiudicatezza dei trafficanti ma, soprattutto, conferma uno dei tanti sospetti su queste traversate della morte.

Riuscire a portare a bordo donne prossime al parto e bambini piccoli assicura a chi organizza il convoglio l’attivazione ancora più rapida della macchina dei soccorsi. E, quindi, una garanzia ulteriore per chi parte, perché con soggetti fragili a bordo la valutazione dell’eventuale situazione di pericolo è diversa. Donne e bambini vengono usati dai facilitatori come strumento di leva nei confronti della macchina dei soccorsi del nostro Paese, con la consapevolezza che mai l’Italia rifiuta un intervento ma se a bordo ci sono soggetti fragili, il salvataggio è ancora più sicuro. Un vero ricatto morale verso l’Italia, nonostante ci sia ancora chi crede che i «convogli» che raggiungono le coste del nostro Paese non siano gestiti da scafati professionisti del traffico di esseri umani.

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