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Holer Togni, morto il leggendario stuntman che appassionò anche Agnelli

holer togni, morto il leggendario stuntman che appassionò anche agnelli

Holer Togni, morto il leggendario stuntman che appassionò anche Agnelli

È scomparso il 30 ottobre a Milano Holer Togni, il leggendario stuntman sinonimo delle acrobazie su quattro ruote entrato nel cuore e nell’immaginario collettivo degli italiani per le sue straordinarie evoluzioni, nonchè per la sagoma inconfondibile dalla testa rasato riprodotta su milioni di manifesti. Aveva 76 anni. Nato nel 1946 da un ramo della celebre famiglia circense, fondata nel 1872 da Aristide Togni, dopo aver seguito inizialmente il classico percorso di trapezista e cavallerizzo, nei primi anni ‘70 lascia il circo, e diffonde in Italia la novità assoluta, conosciua fino a quel momento solo negli Stati Uniti, degli spettacoli con automobili.

Nel 1971 crea lo show itinerante Stunt Cars, che girerà l’Italia e l’Europa per oltre tre decenni, attirando oltre un milione di spettatori all’anno, sia nei grandi stadi che all’autodromo di Monza, riproducendo dal vivo le spericolate imprese possibili solo al cinema con gli effetti speciali. Indimenticabile fu lo scherzo fatto al comico Giorgio Faletti, in una vecchia edizione di Scherzi a Parte.

L’incontro con Gianni Agnelli

Togni, dotato di carisma e comunicativa, diventò rapidamente lo stuntman più famoso d’Italia, ma anche uno dei più temerari al mondo, che ha formato intere generazioni di stunt. Molto ricercato nel mondo del cinema e della tv per le scene più pericolose e spettacolari dei film. Icona popolare, i suoi show riempiono gli stadi e diventano il momento più atteso di grandi appuntamenti come il Motor Show di Bologna.

In uno dei suoi spettacoli coinvolse perfino Gianni Agnelli in un’evoluzione a bordo di una Fiat 131, convincendo poi l’imprenditore a diventare sponsor dei suoi show. Senza limiti di rischi e creatività, Togni nel 1995 entrò nel Guinness dei Primati, per aver guidato un Tir inclinato su tre ruote. Oltre all’attività artistica, fu importante il suo ruolo a fianco al fratello Divier nella diffusione italiana dei teatri tenda, in particolare con la creazione del Palatrussardi di Milano.

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