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Ho fatto vero off-road in elettrico con la Range Rover Sport PHEV

Nel percorso di prova per istruttori e appassionati di Land Rover, ho scalato la montagna sfruttando solo la trazione elettrica

ho fatto vero off-road in elettrico con la range rover sport phev

Ammettiamolo: ma quanti di voi utilizzano i propri Sport Utility Veichle per fare del vero sterrato, per arrampicarsi in cima a montagne con solchi, canali e passaggi complicati. Per Land Rover – evidentemente – tanti visto che nel suo DNA, la Range rimane quel mezzo sempre più appassionante e di rango, ma capace anche di mostrare il suo animo puro, per il vero off-road, con tutti i suoi crismi.

Insomma, la Range è sempre la Range, soprattutto per gli adepti di Gaydon. E se siete dei miscredenti, vi invito a vedere il video e leggere questa prova. 

La protagonista è plug-in

In una assolata quanto gelida giornata invernale a circa 40 minuti di strada da Barcellona, Land Rover ci ha accompagnato in un percorso di prova e di sviluppo per istruttori e clienti. La protagonista assoluta, schierata a valle della montagna, è la versione ibrida plug-in che ho già provato in un #PerchéComprarla. 

Per l’occasione, il modello era il P510e, dunque la versione 6 cilindri con 700 Nm di coppia tra 1500 e 5000 giri/min, un peso di 3000 chili circa, ma soprattutto un pacco batteria degno di una city car (o di poco inferiore a una segmento B) elettrica: 38 kWh. 

ho fatto vero off-road in elettrico con la range rover sport phev

La Range Rover Sport PHEV è la protagonista di questa prova in “arrampicata”

Ora, la chiave di questa prova non risiede nella potenza termica, ma ovviamente in quella elettrica. Dunque il dato da tenere a mente è 105, come i kw di potenza elettrica, equivalente a 141 CV. Loro, e solo loro dovranno trainarmi e trasportarmi fino alla cima di questo monte a Monserrat. 

E, ulteriore elemento interessante, capire quanto sarà il consumo tra salita e discesa controllata, valutando come il test avrà inizio con la batteria al 100%. 

Su per le montagne

Dunque, in compagnia di un istruttore in grado di darci indicazioni e suggerimenti su quelle che saranno le prove da affrontare, ho iniziato il mio percorso. Un’arrampicata su diversi tratti, alcuni dei quali decisamente probanti. In ogni passaggio ho dovuto impostare un livello di altezza differente, le ridotte, e sfruttato anche i vari aiuti alla guida. 

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Il percorso di prova prevedeva tratti davvero probanti

Ora, per chi è avezzo all’arrampicata, quanto fatto magari non avrà destato troppa difficoltà, ma per chi invece è abituato maggiormente a una guida più “urbana”, ritrovarsi con un’inclinazione laterale pari a 30° o poco meno, è un qualcosa che lascia piacevolmente sorpresi. 

Lei – in fondo – non ha fatto troppo una piega. D’altro canto, si tratta sempre di un mezzo che ha un angolo di attacco di 30°, di dosso di 27° e di uscita di 33°. E’ in grado di affrontare un guado fino a 90 cm, ha barre antirollio regolabili che – proprio in fuoristrada – si scollegano, così che le due ruote siano scollegate. 

Trazione elettrica

La prova è durata circa un’ora. E per tutto il tempo, quello che più mi ha colpito, è la facilità con cui sono riuscito ad arrampicarmi – letteralmente – anche in condizioni particolari. Facilità sì, traducibile con una gestione del pedale del freno assolutamente certosina, millimetrica. Era sufficiente sfruttare delicatamente ma costantemente circa un 10% della corsa del pedale dell’acceleratore per riuscire ad arrampicarsi. Nessun affondo, niente di tutto ciò. 

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Di più, in un tratto in salita ho impostato il cruise control con anche la gestione del livello di comfort da mantenere. I sedili della Range infatti, sono dotati di un oscilloscopio che valuta la velocità da mantenere in relazione al rollio figlio dei dossi e dei massi da affrontare. Impressionante.

Così come ancor più impressionante la gestione della velocità in discesa, con anche angoli di becheggio di un certo tenore, e con massi non indifferenti. E in quel frangente che, la difficoltà più grande è stata quella di non attaccarsi al pedale del freno in una sorta di “panic stop”. 

Lei infatti, gestiva al meglio anche momenti in cui l’inerzia del mezzo ci avrebbe voluto a valle un po’ più velocemente del previsto. 

Un giro per divertimento

Il percorso si è concluso con il 72% della batteria residua. Uno degli elementi più interessanti – tra l’altro – era la gestione della rigenerazione in fase di discesa. Più di una volta, vista la capacità residua presente, la Range non ha ritenuto opportuno immagazinare energia ma piuttosto ha sfruttato direttamente l’impianto frenante. Sarebbe stato interessante vedere il suo comportamento con circa il 20% di carica residua. Ci torneremo, magari un’altra volta. 

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Mark Higgins, ex pilota Rally e stuntman dei film di Batman e 007

Anche perché, la giornata è proseguita con un giro in un circuito da – praticamente – Flat Track con Mark Higgins – tre volte campione britannico rally e stuntman di Batman e di James Bond – per mostrare come – al netto della sua natura – la Range Sport può essere anche piacevole da far intraversare. Nulla di esagerato certo, non come – non so – la scalata della diga del bacino idrico di Karahnjukar in Islanda. 

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