Il nome del brand potrebbe suonare male dal punto di vista del marketing, ma basta non tradurlo dall’inglese e badare alla sostanza. Che non sembra poca per Great Wall Motors (GWM, Grande Muraglia), costruttore cinese specialista di Suv e pick-up che ha deciso di sbarcare in Italia e in altri otto Paesi europei entro l’estate del 2024 dopo il recente esordio in Germania, Gran Bretagna e Svezia. La sfida dichiarata è chiara: vendere qui a prezzi piuttosto competitivi modelli con elevati sistemi elettrificati per potenza e autonomia della batteria e per livello di contenuti tech di serie.
Great Wall Motors Wey 03 (2023)
Cambia il nome. La Suv ibrida plug-in Wey 03 (segmento C) è la proposta più mirata per il nostro mercato, a fianco della cinque porte elettrica Ora 03 (segmento B, adesso fuori prezzo con i suoi 38 mila euro in Germania) e delle più imponenti Suv Wey 05 plug-in e Ora 07, berlina sportiva a zero emissioni. Una Ora C-Suv a batteria è prevista per il 2025. Il brand ha aggiornato la strategia di marketing all’ultimo minuto poco prima della presentazione europea organizzata a Roma, cambiando nome ai modelli sopracitati con numeri al posto di Coffee per la Suv e Cat per le berline e anteponendo a tutta la gamma il marchio GWM, mentre Wey e Ora diventano solo linee di modelli. Niente di indimenticabile, ma segnali di come a Pechino e dintorni corrano verso l’Europa perdendosi qualcosa qua e là. La strategia è chiamata “One GWM”, dice il direttore marketing Thiamo Jahnke, “per una presenza globale più coesa e riconoscibile” e perché tutto sia “più intuitivo” per i consumatori.
I numeri. La GWM Wey 03 (ex Coffee 02) è una Suv dalle linee pulite con ambizioni da premium. Ha una lunghezza di 4,67 metri, una larghezza di 2,74 metri e un’altezza di 1,73, con un passo di 2,74 metri e spazio interno privilegiato per guidatore e passeggeri a scapito della capacità del bagagliaio non da record, dai 352 litri in configurazione cinque posti ai 1.289 litri con schienali posteriori reclinati e bagagli fino al tetto. Dimenticate la qualità di alcuni prodotti cinesi di una volta (compreso la loro Suv Haval 6, importata per un periodo anche in Italia): qui materiali e finiture degli interni sono di ottimo livello, così come i rivestimenti dei sedili in tessuto o in Alcantara (pelle che i marchi premium occidentali stanno però mettendo da parte seguendo una new wave ecologista).
Gli interni. La plancia presenta tre schermi, più un head-up display sul parabrezza: uno fa da cruscotto di 9,2 pollici, digitale e configurabile, uno centrale da ben 14,6 pollici dove gestire il sistema infotelematico, un terzo da 9 riservato alla climatizzazione. Sotto a un tunnel flottante ci sono un vano portaoggetti e prese Usb (scomode quelle per il guidatore, altre due sono dietro per i passeggeri). Il tutto ha una logica di funzionamento piuttosto facile e la visibilità dei vari display è buona, senza fastidiosi riflessi anche in una giornata di sole come la nostra.
I motori. Nomi a parte, la GWM Wey 03 viene presentata come l’asso nella manica del costruttore nel segmento di mercato chiave europeo, sapendo di dover scontare fra i consumatori una scarsa conoscenza del marchio. Se nei due allestimenti previsti, Premium e Luxury, i sistemi Adas per una guida assistita di livello 2 sono tutti di serie (precisi e non invasivi quelli che abbiamo provato), l’ibrido plug-in ha due potenze basate su un quattro cilindri turbo benzina di 2 litri da 204 CV. È accoppiato a un motore elettrico da 120 kW nella versione a trazione anteriore con potenza di sistema di 270 kW (367 CV), oppure a due motori elettrici rispettivamente da 120 e 135 kW nella versione Awd a trazione integrale “intelligente”, per una potenza di sistema di 325 kW (442 CV). Nel ciclo Wltp, il consumo medio dichiarato è di 0,5 l/100 km, con emissioni di CO2 di 15 g/km. Il prezzo indicato per la versione a trazione anteriore da 367 CV sarà “fra i 45 e i 50mila euro”.
Tutto in casa. Per la batteria da 34 kWh, naturalmente realizzata in casa dalla società sussidiaria Svolt e ricaricabile sia a corrente alternata a 11 kW (in 3 ore e 20) che continua a 50 kW (38 minuti), viene dichiarata un’autonomia a zero emissioni record, fino a 124 km per la versione meno potente e fino a 136 per l’altra, benché la Awd sia più pesante di 110 chili (2.200). Come mai? “Perché il secondo motore elettrico dà trazione direttamente sull’asse posteriore senza bisogno di trasmissione ed è più efficiente”, ci rispondono.
Al volante. Ce ne è abbastanza per metterci al volante della Wey 03 Awd per un primo contatto. Dopo avere “sentito” alle prime accelerazioni segni tangibili del sistema ibrido da 442 CV (con un 5,3 secondi dichiarati nello 0-100) nonostante il peso importante, impostiamo la sola modalità elettrica. Riusciamo a percorrere circa 115 km, 45 dei quali però fatti in autostrada senza riguardo per il risparmio energetico. In città, dove va usato l’elettrico sul serio, è dunque prevedibile che l’autonomia salga. Per il resto, la GWM Wey 03 conferma quanto promette in termini di comfort, elevato sia per l’acustica anche a velocità autostradali che per il sistema sospensivo, in grado di assorbire con disinvoltura buche e asfalto irregolare nonostante cerchi da 20 pollici. Fluido il cambio a 9 rapporti con palette dietro al volante per chi vuole togliersi qualche smania, magari settando la modalità Sport che utilizza sempre tutti e tre i motori a disposizione. Utile in città il sistema di telecamere a 360 gradi per capire cosa succede intorno alla Suv, peccato che nelle rotatorie entri in funzione sostituendosi nel display alla mappa del navigatore. Ma una strada è come un nome, si può sempre sbagliare.
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