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GP Stati Uniti 2022: F1 contro gli appassionati europei

gp stati uniti 2022: f1 contro gli appassionati europei

GP Stati Uniti 2022: F1 contro gli appassionati europei

Il paradosso della F.1 attuale? E’ nata in Europa, è composta da team europei, gravita attorno all’Europa eppure fa tutto contro gli appassionati europei. Guardate il GP USA ad Austin e gli orari e capirete perché. Le prove libere del venerdì si sono concluse all’1,30 della notte mentre le qualifiche del sabato partiranno a mezzanotte e finiranno all’una ora europea. In Messico, fra sette giorni, andrà un poco meglio: si anticipa di un’ora. Sempre troppo poco. Nei Paesi Arabi, che pure finanziano massicciamente questa F.1, le prove si concluderanno fra le tre e le quattro del mattino, per non dire dell’Asia in cui la qualifica sarà sugli schermi TV alle 8 della domenica mattina, con la gara che si correrà alle prime luci dell’alba. Una programmazione folle se si considera che i quotidiani europei non pubblicheranno la classifica delle qualifiche e rischiano di sforare con gli orari della gara, visti i tempi di chiusura. Chi segue in TV il problema non lo nota, ma chi deve raccontarla e fare in modo di divulgare questa F.1, è in crisi. Perché per quanto si potesse parlare male di Bernie Ecclestone e della sua politica, gli orari delle gare e delle qualifiche le aveva sempre studiate per trovare il miglior compromesso per tutti i Continenti.

 

In quello americano, visto il fuso che varia fra le 6 e le 8 ore con l’Europa, la partenza avveniva in orari tali da rendere appetibile sia ai locali sia a chi era in Europa e in Asia la gara e le qualifiche, avendo anche un giusto ritorno stampa. In Asia aveva ritardato gli orari di partenza per impedire levatacce assurde, insomma il meccanismo funzionava. Adesso no. Con Liberty Media e la proprietà americana, gli USA sono diventati il centro del mondo F.1 e chi se ne frega dell’Europa, dei tifosi locali e dei media che devono raccontare gare e qualifiche. Perché sarebbe bastato spostare di qualche ora il programma e i seguaci dello Zio Sam non si sarebbero persi niente mentre anche chi lavora in Europa avrebbe dato seguito agli eventi. Invece no: chisenefrega degli altri ed ecco una F.1 sempre più made in USA: bulimia di gare, più ne fanno meglio è (per loro, stile hot dog e hamburger giganti), uno spettacolo con regole in pista che di vecchio sport non hanno niente. La serie TV Netflix che propone uno sceneggiato con storie da Grande Fratello VIP in salsa motoristica. Il tutto macina soldi per attrarre un grande Continente che della bulimia ne ha fatto una malattia (vedi il tutto maxi in ogni settore). Ed ecco che la F.1 made in Europa fa lo sberleffo a quella Europa madre e genitrice.

Certo, i tempi cambiano e proprio per questo il rispetto per chi sta da questa parte del Continente dovrebbe essere alla base. Un caro amico, legato in maniera indiretta a questa gestione F.1, continua a ripetere: se sono troppe gare, non le guardare. Se non riesci a raccontarle, non farlo. Certo, per cui dobbiamo prendere la nostra passione, il nostro lavoro e buttarlo nel cesso solo perché lo Zio Sam e chi gestisce la baracca, ha perso il senso della misura e del rispetto dei tifosi e di chi lavora. Adesso domenica mattina, andate in edicola, cercate il risultato delle qualifiche e vedrete cosa intendiamo. Informazione on line? Può essere, ma per stare dentro nei tempi e nei costi, rischia di passare solo quella dei comunicati stampa e le immagini precotte a tavolino da chi gestisce la baracca. Così è se vi pare e, purtroppo, non è una novella di Pirandello. Ammesso che qualcuno sappia chi sia…

In collaborazione con Automoto.it

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