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Formula 1, Mario Almondo: "Brembo ha vinto la sfida del nuovo regolamento"

Formula 1, Mario Almondo: “Brembo ha vinto la sfida del nuovo regolamento”

Budget cap, ovvero controllo delle spese. E’ la parola del momento nel mondo del Motorsport, a di là della vicenda che coinvolge la Red Bull, rea a quanto pare di aver sforato il tetto di spese concesse dalla federazione. Ma il controllo della spesa è stato un imperativo anche in altri settori, come quello dei freni, in cui Brembo ha mostrato di saper coniugare la qualità dei prodotti ai costi che le squadre dovevano tenere sotto controllo. Mario Almondo, COO Brembo Perfomance, non nasconde che il 2022 sia stato un anno di sfide particolari: “Un nuovo regolamento di F.1, con ruote da 18 pollici e freni maggiorati, una MotoGP con prestazioni incredibili come visto al Mugello con gli oltre 360 km orari in rettilineo. Ovvero dover presentare dei prodotti nuovi, performanti ma sopratutto non costosi per non incidere nei conti delle squadre. Direi che ci siamo riusciti grazie allo sforzo di un’azienda che come reparto ricerca e sviluppo ha mostrato di saper proporre dischi di diametro maggiorato con materiali caratterizzati da una minore usura e quindi meno soggetti alle sostituzioni, ma nel contempo adeguati alle sollecitazioni delle auto di F.1 attuali”.

Ma sono cambiate così tanto queste monoposto?

“Posso fare un esempio banale per far capire le differenze rispetto al passato. L’anno scorso le F.1 avevano il 33 per cento di carico aerodinamico sull’ala anteriore, il 33 al centro derivante dallo scivolo e il 33 sull’ala posteriore. Oggi siamo al 50 per cento sullo scivolo, il 25 su ala anteriore e 25 su quella posteriore. Quando un pilota frena si ha una perdita di carico, se vogliamo dire così per semplificare il concetto e, viste le distribuzioni differenti dei carichi fra “vecchie” e nuove monoposto, anche le perdite di carico in frenata sono differenti.

Questa fase rispetto al passato è diventata più difficile da gestire e devo dire che nei test invernali a Barcellona, gli attuali piloti di F.1 mi hanno stupito. Perché in tre giri avevano già capito come modificare la frenata e come sfruttare al massimo gli impianti e le relative monoposto. Questa è stata la nostra grande sfida che direi è stata vinta visto la qualità dei materiali e i risultati ottenuti in corsa con un regolamento tutto nuovo in relazione al quale, nessuno in pista, aveva mai provato le macchine. Abbiamo dovuto simulare con largo anticipo tutto al computer ed è stata una vera soddisfazione toccare con mano in pista che avevamo lavorato bene già dal debutto”.

Il prossimo anno ci sarà la sfida nel WEC, il mondiale prototipi, con tante Case in lizza…

“Anche qui si tratta di qualcosa di nuovo e inedito perché avremo vetture più grandi, due categorie, le Hypercar e i prototipi così detti, LMH e LMDH: caratteristiche completamente diverse e tanti costruttorri che hanno fatto la storia del Motorsport in pista, ci saranno materiali e progetti nuovi, formulazioni innovative di dischi e pastiglie con struttura in carbonio, che produciamo nella nostra Factory a Curno. Avremo domande diverse da parte di ogni costruttore, ma sempre con l’obiettivo di tenere sotto controllo i costi che però non vadano a discapito della qualità e soprattutto della sicurezza. E poi la F.E, con un recupero di energia elettrica che un domani verrà usato anche sulle auto di tutti i giorni, gli sviluppi per la MotoGP e la Superbike, un insieme di sfide e problematiche tutte diverse che rendono questo lavoro particolarmente stimolante e senza un attimo di respiro, ma ci piace così perché anche questo è Motorsport”.

In tutto questo lavoro lo spazio per tornare a Parma lo trova?

“Almeno dal punto di vista virtuale sì. Perché con Dallara Automobili ci sentiamo spesso e quindi in pratica sono a… casa. Loro stanno lavorando per i più noti marchi del Motorsport che riconoscono l’eccellenza di Varano de Melegari. Diciamo che ho la scusa di fare un salto a casa per seguire da vicino le operazioni, lo faccio quando possibile anche se virtualmente sono sempre lì presente. Ma il cuore della Brembo è a Bergamo e da qui coordiniamo tutto”.

In collaborazione con Automoto.it

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