La casa automobilistica dell'Ovale blu sta rallentando la produzione della nuova sportiva per affrontare i problemi di controllo della qualità
Ford Mustang è finalmente giunta alla sua settima generazione. Dopo averla presentata a settembre dello scorso anno, in occasione del Salone dell’Auto di Detroit, la casa automobilistica dell’Ovale blu ha dato il via ai lavori di produzione della nuova sportiva, ma non senza qualche intoppo: già per ben tre volte la società è stata costretta ad interrompere le operazioni di assemblaggio della vettura presso l’impianto di Flat Rock. Il motivo? Aumentare i controlli di qualità.
Un compromesso equo
Secondo quanto riferito da Carscoops, Ford ha speso miliardi di dollari per le riparazioni in garanzia nel corso del 2022, ed è stata in quello stesso anno la casa automobilistica ad aver effettuato il maggior numero di richiami. Una situazione che l’azienda non vuole che si ripeta anche nel 2023, per questo la decisione di accettare un compromesso: rallentare la produzione per risolvere tutti gli imprevisti che si presentano di fronte, nonostante la chiusura di uno impianto, anche se solamente per un giorno, abbia ricadute economiche non indifferenti sui bilanci della società.
Già tre battute d’arresto
Ford, focus sui SUV elettrici a sette posti
Lavoratori scontenti
Quello di interrompere la produzione a più riprese per evitare di incorrere in problemi di qualità è un copione che Ford ha messo in pratica già nelle scorse settimane presso il Kentucky Truck Plant: l’idea della casa automobilistica statunitense, infatti, è quella di prendere esempio da questa strategia per poi applicarla ad altre fabbriche, proprio come quella di Flat Rock in cui nasce la nuova Mustang. L’azienda dovrà però prepararsi a fare i conti con il malcontento dei lavoratori, alcuni dei quali si sarebbero già lamentati del fatto che i frequenti stop alla produzione stavano portando a licenziamenti temporanei.