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Ferrari in ricostruzione, Vasseur: "A Barcellona spero in un passo avanti"

Fred Vasseur

La Ferrari in ricostruzione. Nessuna rivoluzione, né sulla macchina né sulla squadra. Ma continui e graduali interventi per far sbocciare la rossa. Maranello cerca consistenza, soprattutto in gara. Perché il passo in qualifica c’è. Gli sviluppi saranno sufficienti a risanarla e addirittura portarla al successo? “Appena saremo in grado di sbloccare il potenziale che c’è, partendo dalla prima fila saremo in grado di lottare per la vittoria”. Dopo il deludente gp di Montecarlo alla vigilia di quello di Barcellona, dove Maranello porterà aggiornamenti importanti, il team principal Fred Vasseur fa un punto sulle aspettative future e sullo stato di salute della rossa.

Vasseur: “Spero in un passo avanti a Barcellona”

Innanzitutto, il Montmelò non sarà un banco di prova definitivo. Ma un primo passo verso una serie di sviluppi programmati. “Quando introduci un nuovo pacchetto, non riesci mai a estrarne il 100% del potenziale alla prima gara. Spero che faremo un passo in avanti a Barcellona, ma non segnerà la fine dello sviluppo. Avremo aggiornamenti anche per le tre o quattro gare successive”. La strada tracciata rimane dunque quella della cura, non di una bocciatura del concetto macchina: “Il nostro problema non ha niente a che vedere con la filosofia della vettura. E’ vero che soffriamo di più in gara che in qualifica e nemmeno in tutti gli stint. È un problema di consistenza che non dipende dal concept, ma dall’uso che si fa del pacchetto, delle gomme e del bilanciamento. La finestra è molto stretta, appena ne sei fuori sei costretto a spingere e alla fine rovini tutto. Credo che abbiamo un grande margine di miglioramento con questo progetto, sarebbe un errore durante la stagione cambiarlo: non ci sono i tempi, se decidessimo oggi di rifarla. In più, abbiamo già iniziato il lavoro in galleria del vento con l’auto 2024”.

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L’errore a Monaco

C’è fiducia nelle possibilità inespresse della SF-23: “A Monaco abbiamo avuto buona performance in qualifica, meno di un decimo della pole position e pochi centesimi di secondo della prima fila: non penso che sia stato un disastro. Fossimo stati in pole, credo che la vittoria sarebbe stata alla portata. Invece abbiamo commesso degli errori come squadra nella chiamata tardiva a Leclerc. E in gara anche errori dei piloti. Non sono d’accordo che non ci sia stata performance. A Miami la gara è stata difficile, indubbiamente, ma a Monaco il problema non è stato il ritmo, non possiamo dire che non avevamo il passo. A Barcellona la pista sarà più rappresentativa, potremo fare delle analisi più approfondite”.

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L’incontro con Horner

Al Montmelò è previsto l’arrivo di un fondo aggiornato, nuove pance e una sospensione posteriore: “Non so chi ha detto che avremo una nuova sospensione posteriore in Spagna, non io. Noi avremmo dovuto portare degli aggiornamenti a Imola, a Miami abbiamo portato un nuovo fondo, a Monaco avevamo le nuove ali e in Spagna una nuova carrozzeria”. Vasseur parla anche del mercato ingegneri e della situazione che riguarda il direttore sportivo, Laurent Mekies, annunciato come futuro team principal dell’Alpha Tauri, lo junior team della Red Bull, ma ancora in forze a Maranello. Si è parlato di una trattativa con Red Bull per liberarlo con uno scambio di tecnici. Ma Vasseur nega: “L’incontro con Horner non ha riguardato Laurent. Ogni anno un’azienda grande come la Ferrari perde in media novanta persone e ne riassume altrettante, se non di più. Non tutti provengono dalla Red Bull o dalla Mercedes. L’incontro con Horner, comunque, non ha toccato questo punto, né quello di Mekies, per il quale dobbiamo ancora trovare una soluzione confrontandoci con la Red Bull, ma non ha nulla a che fare con il reclutamento di tecnici”.

Strategie, non errori

A proposito di Montecarlo, difende ancora le strategie, che non considera errori: “Abbiamo coperto Hamilton al primo pit stop e nella seconda sosta, era più semplice essere conservativi e fermarsi prima, mentre lottavamo per la quarta o la quinta posizione, o attendere una bandiera rossa o una safety car, magari andando sul podio. Non è una questione di strategia, è una questione di rischio che vuoi assumerti e cosa vuoi ottenere. L’errore, ripeto, lo abbiamo fatto sabato e mi sono scusato con Charles. Dobbiamo migliorare in ogni area. Già dallo scorso anno, quando io non c’ero, i pit stop sono più efficaci. Le prestazioni arrivano da tutti i reparti: dalla capacità di produrre pezzi rapidamente, dai meccanici, dalle strategie, dall’affidabilità. Con questa mentalità sono sicuro che faremo un passo avanti prima della fine della stagione”.

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