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Ferrari 499P – I piloti Pier Guidi e Fuoco: “I punti di forza alla guida? Feeling e carico”

ferrari 499p – i piloti pier guidi e fuoco: “i punti di forza alla guida? feeling e carico”

Ferrari 499P – I piloti Pier Guidi e Fuoco: “I punti di forza alla guida? Feeling e carico”

Alle Finali Mondiali Ferrari in scena all’Autodromo di Imola sono protagonisti anche i piloti ufficiali delle Attività Sportive GT. Solo sei di loro saliranno sui due esemplari della nuovissima 499P che esordiranno il 17 marzo prossimo a Sebring, primo appuntamento del Mondiale Endurance 2023, ma la Casa di Maranello non ha ancora ufficializzato chi saranno i fortunati titolari. Noi, intanto, ne abbiamo intervistati due, Alessandro Pier Guidi e Antonio Fuoco, sottoponendoli alle stesse domande. Il primo, tortonese (Alessandria), classe 1983, è una delle punte di diamante della squadra: è diventato due volte Campione del Mondo GT Fia nella Classe LMGTE Pro (2017 e 2021) e ha vinto, tra le tante, ben due 24 Ore di Le Mans: una garanzia. Antonio Fuoco, classe 1996, è invece originario di Cariati (Cosenza) e ha una vastissima esperienza con le monoposto, avendo gareggiato, e ben figurato, in Formula Renault, F.3 europea, GP3 e Formula 2, oltre a essere entrato nella Ferrari Driver Academy nel 2013. Da quattro anni è Development driver Formula 1 al simulatore. Ecco che cosa ci hanno raccontato i due piloti italiani sulla nuova esperienza al volante della 499P.

Che cosa vi ha impressionato di più, finora, sulla 499P?

Pier Guidi: Alla fine, come su tutti i prototipi, la percorrenza delle curve a medio-alta velocità, dove si percepisce di più la differenza con le GTE. La potenza anche, certo. Ma la velocità in curva è davvero notevole.

Fuoco: Credo che il feeling con la macchina sia molto buono, c’è tanta differenza con le GT, perché la 499P ha molto più carico aerodinamico, che ti consente di andare più forte nelle curve ad alta velocità.  pure un po’ più complicata rispetto a una GT, anche per via dell’ibrido e del recupero di energia, un po’ più sofisticata da gestire. Ma il lavoro di sviluppo che stiamo facendo credo stia andando nella direzione giusta.  bello e impressionante vedere la passione e la dedizione che tutto il team sta mettendo in questo progetto. E questo ti dà una carica in più come pilota, per ripagare chi ce la sta mettendo tutta a Maranello.

difficile la gestione dell’assale anteriore elettrico? Come la vedete la trazione integrale in velocità?

Pier Guidi: Bisognerà vedere. Siccome la velocità di attivazione delle quattro ruote motrici fa parte delle regole incluse nel Balance of Performance (BoP), la vettura non è sempre integrale, ma solo oltre una certa velocità. E soprattutto, rispetto ai vecchi prototipi, non si tratta di un classico boost, perché quando viene scaricata la potenza sull’asse anteriore viene ridotta la quota su quello posteriore. Insomma, la potenza totale è sempre la stessa, ma viene solo ripartita fra avantreno e retrotreno. Quindi la 499P è una 4×4 solo nelle curve ad alta velocità. Bisognerà vedere quale velocità ci verrà assegnata alla prima gara: la soglia verrà decisa dalla Fia secondo alcuni parametri, per bilanciare le prestazioni con le LMDh.

Fuoco: Sì, si sente un po’ il passaggio dalla trazione posteriore a quella integrale, quindi dobbiamo lavorare ancora per ridurre il fenomeno. Dalle quattro ruote motrici possiamo senz’altro trarre un vantaggio, ma ciò va sfruttato nel modo migliore possibile: si può guadagnare nel tempo sul giro, ma dev’essere tutto perfetto, perché, come abbiamo detto, l’attivazione avviene a una velocità molto elevata, dove il feeling con il bilanciamento della vettura è molto importante e ogni minimo movimento a livello di angolo di sterzo potrebbe essere problematico. Anche a livello di feedback al pilota. Insomma, questo strumento va messo a punto al meglio.

   

Come stanno andando gli stint lunghi con gomme usurate?

Pier Guidi: Stiamo ancora facendo delle simulazioni di long run, ma il consumo gomme è tendenzialmente buono. La cosa difficile è che noi, come gli altri costruttori, stiamo facendo test a porte chiuse, quindi alla fine non sai mai a che punto sono gli altri. L’usura gomme dipende molto dalla temperatura, dalle condizioni, da quanto è gommata la pista. E tu puoi anche farti dei riferimenti, ma sei sempre da solo. Bisognerà poi capire chi avrà davvero l’usura inferiore.

Fuoco: In questo momento stiamo facendo molti test in tal senso, stiamo lavorando per avere delle gomme migliori che si adattino bene alla nostra macchina, ma stiamo anche cercando di adattare un po’ la vettura alla tipologia degli pneumatici. Devo dire che, al momento, il degrado sulle gomme è molto buono e riusciamo ad avere sempre un buon ritmo. E questo conta tanto nelle gare endurance, insieme all’affidabilità e alla costanza di rendimento nel corso di uno stint.

Il salto di prestazioni dalla 488 dev’essere stato molto importante. Che cosa vi ha stupito di più?

Pier Guidi: Ovviamente, potenza, tenuta e frenata sono di un altro livello. La cosa che percepisci di più è la velocità di percorrenza nelle curve da medio-alta velocità, dove interviene l’aerodinamica. Senti che l’auto ha decisamente più carico, ma non è come sulla LMP1 di qualche anno fa: queste LMH sono più pesanti, perché sono state volute così, e hanno un po’ meno aerodinamica. Quindi, se vogliamo, sono più vicine alle GT di una volta: più da guidare e meno attaccate al suolo di una volta.

Fuoco: Al primo punto credo metterei la percorrenza delle curve a media e alta velocità: senti proprio il carico aerodinamico, e questo ti dà molta fiducia nella macchina, quindi riesci ad attaccare molto. Poi, di sicuro, il carico aerodinamico in frenata e la potenza in fase di trazione la senti e ti rimane impressa.

Come vi è sembrata la visibilità e l’ergonomia dei comandi, così importanti nelle gare lunghe?

Pier Guidi: Questo è un aspetto sul quale la Ferrari ha lavorato parecchio, perché può essere una criticità sui prototipi. Devo essere sincero, è stato fatto un ottimo lavoro, perché, passando da una GT che ha una visibilità molto migliore, non ho avuto grandi problemi. Sì, ci sono tante “cose” sul volante, che all’inizio devi studiare, ma poi man mano che guidi, tutto diventa più automatico.

Fuoco: Passando da una GT a un prototipo è sicuramente diverso: sei seduto molto più in basso, il parabrezza è più piccolo, quindi all’inizio è un po’ difficile adattarsi. Però, io, che ho fatto tanti anni in formula, sono abituato a questo tipo di seduta, quindi sinceramente non ho fatto grande fatica. L’abitacolo è un po’ diverso rispetto a quello di una GT: io poi sono abbastanza piccolo, quindi non ho avuto problemi a sentirmi comodo e questo per me è molto positivo. C’è da studiare parecchio sui comandi, ci sono molti strumenti che si possono usare durante il giro e la gara, tanti parametri che si possono variare, quindi è molto importante sapere a memoria tutto quello che c’è sul volante, per non perdere in termini di prestazione e per non distrarsi.

A questo punto, su che cosa dovete ancora lavorare? Che cosa si può migliorare?

Pier Guidi: Alla fine bisogna sempre lavorare su tutto, non c’è un solo aspetto. Bisogna cercare di massimizzare ogni dettaglio. Andremo a scontrarci con costruttori esordienti come noi, ma non bisogna dimenticare che ce ne sono altri, come la Toyota, presenti nel Wec da anni. Sono fortissimi, quindi bisogna migliorare anche la cosa più piccola, perché farà la differenza. Poi, alla fine, qualcosa la dimentichi sempre, anche se quando si lavora in tanti piloti, ognuno, in base alla propria esperienza, può segnalare delle criticità o dei particolari da sviluppare.

Fuoco: Di sicuro abbiamo ancora tanto da lavorare: ma, onestamente, pensando che abbiamo messo in pista questa macchina solo quattro mesi fa e vedendo il livello che abbiamo raggiunto in così poco tempo, siamo rimasti sorpresi in positivo. Tutti i ragazzi a Maranello stanno facendo un lavoro formidabile, e noi in pista stiamo mettendo tutta la passione possibile, perché questo è un progetto molto importante, per noi e per la Ferrari, e credo anche per tutti i tifosi. Sicuramente sarà molto dura lottare con i competitor, ma alla prima gara saremo pronti.

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