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Ferrari 499P: ecco l’Hypercar che punta alla 24 Ore di Le Mans

È un giorno storico: all’Enzo e Dino Ferrari si sono tolti i veli della 499P, la Hypercar del Cavallino con l’ambizione di tornare a vincere il mondiale Endurance e la classifica assoluta della 24 Ore di Le Mans. Il nome è il frutto del ritorno alla tradizione: P come prototipo, 499 come la cilindrata unitaria del motore. Come piaceva a Enzo Ferrari.

La 499P nasce come momento apicale di un galà all’interno del paddock di Imola che per le Finali Mondiali 2022 si è trasformato in una sorta di città satellite di Maranello. Il clima che si respira è davvero speciale: il presidente John Elkann ha chiamato a raccolta i clienti sportivi in una magica sala delle feste. Da una parte una carrellata di F1 dalla “spazzaneve” alla F2008 dell’ultimo titolo e dall’altra le regine del mondiale di durata con la P4 in bella mostra. In mezzo i tavoli degli ospiti e sul palco la 499P.

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Ferrari 499P

Photo by: Ferrari

Una favola che ricomincia dopo 50 anni: l’ultima partecipazione alla 24 Ore di Le Mans con una vettura da assoluto ricorre al 1973 con la 312P. “Ripartiamo da dove ci eravamo lasciati – ha detto con una punta di orgoglio e di emozione Antonello Coletta, direttore di Competizioni GT – La 499P è un sogno che si trasforma in realtà. Oggi è un momento importante per tutte le persone che negli ultimi due anni hanno lavorato duramente a questo progetto”.

“Abbiamo voluto omaggiare la nostra storia, con tanti piccoli e grandi richiami ad un passato fatto di successi e titoli. Nel farlo però, abbiamo guardato avanti, creando un manifesto del nostro impegno nel mondiale endurance. La 499P è un prototipo che è marcatamente Ferrari, nel significato più completo del termine, ed è con emozione che la condividiamo finalmente con i nostri clienti e gli appassionati del nostro marchio”.

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Rossa, bellissima, estrema. E con una banda gialla che richiama proprio la 312P cercando un filo che leghi il passato al futuro. L’impatto emotivo è fortissimo: la 499P si mostra in uno scenario di storia vincente. Questa Hypercar dovrà dimostrare di essere degna del DNA che l’ha generata.

“La 499P ci permette di tornare a competere per la vittoria assoluta nel mondiale endurance – ha detto John Elkann -. Quando abbiamo deciso di impegnarci in questo progetto, abbiamo seguito un percorso di innovazione e sviluppo fedele alla nostra tradizione che vede la pista come terreno ideale per sperimentare soluzioni tecniche di avanguardia, prima di trasferirle nelle nostre vetture stradali. Abbiamo affrontato questa sfida con umiltà, ma consapevoli di una storia che ci ha permesso di conquistare più di 20 titoli mondiali e 9 vittorie assolute alla 24 Ore di Le Mans”.

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Mai c’è stata una sfida così dura nel lungo cammino del WEC: 10 Costruttori impegnati, tutti con l’ambizione di puntare in alto, di vincere. La Ferrari mette sul piatto i suoi 22 titoli iridati, e un’azienda che fa della ricerca tecnologica e dell’innovazione un motivo di esclusività e distinzione.

Due saranno le Ferrari 499P a disputare la stagione 2023 che comincerà con la 12 Ore di Sebring del 17 marzo: una vettura avrà il #50, per sottolineare il mezzo secolo in attesa del ritorno, l’altra erediterà il #51 che ha accompagnato i successi nel GT. Ci saranno sole le vetture ufficiali affidate come sempre all’AF Corse nella gestione in pista, ma non è escluso che dal 2024 si valuti anche un programma con team clienti.

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La 499P non è solo l’orgoglio del Reparto Competizioni GT che ha in Ferdinando Cannizzo, il responsabile tecnico. Questa rossa è l’espressione di tutte le realtà Ferrari che hanno contribuito a un progetto ambizioso, quanto difficile.

L’identità di questa Hypercar è tipica Ferrari: gli aerodinamici che hanno lavorato in galleria sono partiti dalle forme dettate dalle regole e dai contenuti del Centro Stile diretto da Flavio Manzoni. La collaborazione ci offre linee armoniose che fanno emergere i concetti prestazionali cercati nel wind tunnel.

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La 499P arriva per ultima, per cui il suo tempo di sviluppo è decisamente più corto di quello degli avversari: Coletta ha varato da subito due vetture che hanno svolto un lavoro in pista parallelo. Una è stata dedicata alla ricerca delle prestazioni e l’altra all’affidabilità, portando avanti piani separati, ma complementari per marciare perfettamente nelle tempistiche.

La Ferrari ha scelto la via più difficile per tornare nel mondiale di durata: ha scelto la classe LMH, quella che lascia la libertà di farsi tutta la macchina, senza dover scegliere il telaio da uno dei Costruttori autorizzati come avviene nella LMDh.

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Il progetto è tutto Ferrari con collaborazioni esterne di fornitori importanti come Dallara. Il motore è un 6 cilindri di 120 gradi da 2994 cc montato in posizione centrale ed è portante. Il monoblocco di partenza è quello della 296, ma l’unità capace di 500 kW (680 cv) è stata disegnata ad hoc. La sovralimentazione doppio turbo è ubicata all’interno delle bancate.

Il sistema ibrido by Maranello è alloggiato nel treno anteriore con specifico differenziale e trasmissione, mentre la batteria ad alta tensione è sotto al serbatoio dietro al pilota: la “valigetta” è quella della F1.

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L’impianto frenante integra un sistema brake-by-wire per il recupero dell’energia cinetica in frenata da parte dell’assale elettrico anteriore. È stato sviluppato per coniugare precisione e velocità di risposta con affidabilità e durata, aspetti complementari la cui sintesi è una delle chiavi di successo delle gare endurance.

La 499P diventa una quattro ruote motrici oltre la velocità minima prevista dalla FIA (doveva essere di 120 km/h, me viene innalzata sempre di più e si è già arrivati a oltre 140 km/h). Una trazione integrale si esalta in uscita dalle curve e non poter usare l’ibrido in questa fase penalizza certamente la Ferrari, ma queste sono le regole nel tentativo di pareggiare le prestazioni con le LMDh. Il cambio è un sette marce sequenziale che deriva dall’esperienza maturata in GT.

Questa Ferrari è mozzafiato: l’attimo di silenzio che è seguito al denudamento dei veli è frutto dello stupore di chi ha avuto il privilegio di scoprire dal vivo la 499 P. E un domani potrà dire: io c’ero…

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