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FE | Nuove figure e tecnici: come DS sta spingendo per tornare al top

DS è uno dei marchi di maggior successo nel panorama della storia della Formula E, avendo preso parte al campionato sin dalle prime stagioni. Nel corso degli anni sono cambiati i team con cui ha collaborato, passando per Virgin, Techeetah e Penske, ma l’obiettivo rimane sempre lo stesso: vincere. Quattro titoli, di cui due piloti e due riservati ai team, sono il bottino che si aggiunge ai numerosi successi conquistati durante la permanenza del marchio francese nella categoria elettrica.

Ora l’obiettivo è quello di ritornare a trionfare ed essere protagonisti anche durante il ciclo tecnico della Gen 3, dove si registrano una vittoria e un totale di sei podi, di cui l’ultimo conquistato a Berlino durante lo scorso weekend. Fino ad ora, a dominare la Gen 3 sono stati due marchi che hanno fatto dell’efficienza il loro punto di forza, ovvero Porsche e Jaguar, aspetto che, soprattutto nel 2023, gli ha permesso di emergere nelle gare più complesse a livello energetico.

Tuttavia, alle loro spalle spesso i due piloti DS sono stati tra i protagonisti, tanto che Jean-Eric Vergne lo scorso anno aveva chiuso il campionato al quinto posto, così come il team, piazzandosi solo dietro alle scuderie che avevano caratterizzato la stagione. Naturalmente, però, ciò non basta.

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Stoffel Vandoorne, DS Penske, DS E-Tense FE23

Foto di: Dom Romney / Motorsport Images

Per un marchio come DS Automobiles, che ha già vinto in Formula E, l’obiettivo naturale è quello di dare ai piloti una vettura che possa lottare per il mondiale. La prima parte del ciclo tecnico della Gen 3 non ha seguito proprio il percorso sperato, motivo per il quale dietro le quinte gli ingegneri hanno continuato a lavorare per migliorare in quelle aree non soggette ad omologazione, come il software. In Formula E, dato che il gruppo Powertrain a livello hardware subisce un ciclo di “congelamento” ogni due anni, l’attenzione si sposta sul codice, che assume un ruolo chiave.

Al fine di migliorare le proprie performance, sia in termini di potenziale puro che di gestione dell’energia in gara, durante la sosta invernale DS ha lavorato approfonditamente sul software che regola la frenata e la fase di ricarica, perché è lì che le scuderie possono trovare ampi margini per abbassare i tempi sul giro.

Non è un caso che, in effetti, il team franco-statunitense abbia compiuto grandi passi in avanti quest’anno, inserendosi più volte nella lotta per le posizioni di vertice, specie in qualifica, dove sono arrivate diverse prime file. Se sul giro singolo DS spesso ha dimostrato di poter essere della partita, in gara alle volte non è stata in grado di concretizzare quel potenziale, con un retrogusto amaro per la sensazione di aver perso una buona chance.

In Formula E i temi efficienza e strategia spesso vanno a braccetto, ma non è un mistero che la squadra avrebbe potuto concretizzare qualcosa in più portando a casa risultati migliori, come in Brasile o a Misano, appuntamenti dove non è riuscita a capitalizzare al meglio le prime file ottenute in qualifica. “Sicuramente. Penso che la nostra posizione in classifica non rifletti dove dovremmo essere, ma la cosa positiva è che abbiamo ancora molte gare per lottare per risultati migliori ed è ciò che faremo”, ha raccontato Jean-Eric Vergne interpellato sulla questione da Motorsport.com.

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Jean-Eric Vergne, DS Penske, DS E-Tense FE23

Foto di: DPPI

L’obiettivo a breve termine è quindi quello di riuscire a capitalizzare le performance della monoposto, perché quest’ultima ha compiuto dei passi in avanti rispetto allo scorso anno. Tuttavia, è chiaro che per continuare il percorso di crescita verso il vertice servano anche rinforzi sul piano umano. È per questo che il team franco-statunitense ha spinto sull’acceleratore, assumendo nuovi ingegneri di alto livello che potessero dare nuova linfa vitale alla scuderia in un processo di ricambio interno.

Tante novità sul piano organizzativo hanno contraddistinto l’ultimo anno di DS, a partire dall’addio di Thomas Chevaucher, ex direttore del progetto che è andato a raffrozare l’organigramma della FIA.

Questo addio ha però aperto la porta a quello che è stato forse uno dei colpi più significativi in Formula E degli ultimi campionati, ovvero il passaggio di Phil Charles da Jaguar a DS a partire proprio da questa stagione. Charles, che ha alle spalle anche un passato in Formula 1, è stata una delle figure chiave del progetto che in questo momento sta mettendo Jaguar nelle condizioni di giocarsi la vittoria in quasi tutte le gare. Per DS Penske, non si tratta solo si un colpo di primo livello per rinforzare la propria squadra, ma significa anche strappare un ingegnere di alto profilo alla concorrenza.

“Ci sono due ragioni principali per cui sono venuto in DS: la prima è Jean-Eric Vergne e la seconda è Eugenio Franzetti [Direttore di DS Performance]. JEV mi ha preso e mi ha detto ‘devi venire!’ e poi Eugenio è stato davvero incredibilmente persuasivo: Vuole migliorare le cose, vuole vincere. La squadra ha ottimi piloti e ottime persone, e anche Jay Penske”, ha spiegato Charles parlando del suo arrivo in DS dove ha assunto maggiori responsabilità nel ruolo di Deputy Team Principal, spinto fortemente anche dal proprietario del team Jay Penske.

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Phil Charles, Deputy Team Principal, DS Penske

Foto di: Simon Galloway / Motorsport Images

L’arrivo di Charles non è stato l’unico ingaggio che ha contraddistinto la campagna acquisti dell’ultimo anno. Da Porsche è arrivato un nuovo ingegnere che lavora sulla vettura di Stoffel Vandoorne, ma sono giunti anche altri ingegneri proprio sotto consiglio del nuovo Deputy Team Principal, che in questo ruolo può anche agire con maggior libertà sulle persone da avere accanto a sé per riportare la scuderia ai vertici.

Ad esempio, una nuova figura è quella dell’ingegnere dedicato esclusivamente alla comprensione delle gomme, tema che ha assunto un’importanza centrale soprattutto con la Gen 3. Le coperture di questo ciclo tecnico sono sì molto dure, aspetto che garantisce grande durabilità nel corso del weekend, ma questa caratteristica garantisce anche poco grip, per cui la ricerca di quegli ultimi centesimi in termini di aderenza può fare la differenza, specie se in qualifica si lotta sui millesimi di secondo.

Restando legati al tema gomme, così come altre scuderie, anche DS Penske si è allineata al trend dell’acquisto delle “coperte” per gli pneumatici. Anche se, come da regolamento, i team non possono scaldare gli pneumatici tramite dei dispositivi appositi come avviene in Formula 1, in modo da ridurre anche il consumo di energia, dall’altra parte la ricerca degli ultimi centesimi diventa fondamentale. Per questo le squadre hanno iniziato a investire anche su delle coperte che hanno lo scopo di mantenere calde le gomme prima della qualifica, in modo da poter contare su degli pneumatici in una finestra migliore in qualifica.

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Foto di: Sam Bagnall / Motorsport Images

Determinati progressi si sono già osservati nel corso di questa stagione, in cui non sono mancati i rivali, perché oltre a Jaguar e Porsche si è aggiunta anche la Nissan, una delle sorprese di questa prima parte di mondiale. La speranza sarebbe quella di concretizzare il potenziale della vettura e raggiungere quantomeno il podio nella classifica a squadre, un obiettivo al momento distante soli 16 punti.

Dall’altra parte è naturale che certi ingranaggi, in particolare dopo l’arrivo di nuovi ingegneri, abbiano bisogno di tempo per incastrarsi e funzionare nel miglior modo possibile, con la sfida che si sposta alla prossima stagione e alla Gen 3 Evo, quando i team avranno anche la possibilità di omologare un nuovo Powertrain intervenendo a livello hardware per colmare il gap da Porsche e Jaguar.

Dietro le quinte, le squadre hanno già iniziato a testare il nuovo Powertrain, così come le nuove gomme, con delle prove private che, nel caso di Jaguar, sono iniziate lo scorso marzo. Per quanto non sia stato ancora possibile testare il pacchetto completo con la nuova aerodinamica, rivelata a Monaco qualche settimana fa, le scuderie hanno avuto modo di provare la vettura 2025 “a pezzi”. La sfida per tornare ai vertici è aperta.

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