La Ferrari è fra le squadre che più hanno lavorato per portare delle novità a Jeddah: la SF-23 in Bahrain era parsa in difficoltà per la mancanza di carico aerodinamico su una pista stop and go come quella di Sakhir, pur avendo dimostrato di disporre di una buona velocità massima.
Nel secondo appuntamento stagionale la musica di Maranello è sostanzialmente cambiata: mentre gli avversari hanno adottato alettoni posteriori più scarichi (Red Bull, Mercedes e Aston Martin), la Scuderia non ha esitato a montare sulle due macchine la soluzione che due volte è stata parcheggiata in Bahrain a causa degli imprevisti cedimenti (il comando del DRS nei test e il supporto del mono-pilone nelle libere della gara di apertura).
Ferrari SF-23, dettaglio della nuova ala posteriore più carica
Photo by: Giorgio Piola
Il sostegno a mono-pilone, lo abbiamo già detto più volte, assicura una maggiore efficienza nel retrotreno, ma il profilo principale scelto, con una corda più lunga e un cucchiaio di diverso disegno, consente una maggiore spinta verticale e costa qualcosa in termini di resistenza all’avanzamento, perdendo, quindi, in velocità massima.
Ferrari SF-23, confronto della paratia anteriore
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Ferrari SF-23, dettaglio del beam wing più scarico
Anche in coda, sotto all’ala più carica, è stata scelta una beam wing con meno drag per favorire i lunghi tratti di percorrenza ad alta velocità della pista cittadina di Jeddah e sul fondo si è osservato un marciapiede con il bordo d’uscita laterale incurvato verso l’alto per migliorare la gestione della “minigonna pneumatica” che si genera con i vortici che vengono specificatamente studiati.
La Ferrari, insomma, è ancora un “laboratorio”: i tecnici non hanno ancora trovato la giusta base line fra altezza da terra, rigidezza delle sospensioni e downforce, i tre elementi principali che determinano la prestazione con le attuali F1 a effetto suolo.
Il dubbio che serpeggia a Maranello è che la SF-23 con la fiancata larga e lo scavo superiore sia una soluzione con minori possibilità di sviluppo rispetto alle pance con lo scivolo di Red Bull e Aston Martin. In Mercedes hanno capito che le “zero-pod” non portano da nessuna parte, cambieranno
Idea un po’ alla volta anche alla GeS, scavando di più nel sottosquadro e nello zoccolo del fondo?